È Torch rifiutava il test per non essere rimpatriato

Venerdì 22 Ottobre 2021
È Torch rifiutava il test per non essere rimpatriato
 LA STORIA
PADOVA L'ultimo arresto potrebbe essere davvero quello buono. Perché stavolta Amor Ben Lazar Torch, il 42enne tunisino specializzato nelle spaccate ai danni dei locali del centro, non riuscirà ad evitare l'espulsione e dovrà necessariamente fare ritorno in patria. Per ben due volte era riuscito a beffare le forze dell'ordine rendendo di fatto inutile il trasferimento ai centri di rimpatrio. Torch si è infatti regolarmente sottratto alla prova del tampone, condizione indispensabile per ottenere il via libera delle autorità tunisine al rientro in patria. In entrambe le occasioni il pluripregiudicato aveva evitato l'imbarco sull'aereo diretto a Tunisi e si era allontanato dai centri di rimpatrio.
ORDINE DI CARCERAZIONE
Stavolta però la situazione è profondamente cambiata. Sabato scorso i carabinieri di Prato della Valle l'avevano nuovamente accompagnato alla casa di reclusione di strada Due Palazzi. Torch era stato arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura patavina. La sua permanenza in carcere è peraltro destinata a essere assai breve: deve scontare dieci giorni di carcere per non aver pagato i 2.400 di multa stabiliti quando fu condannato per reati di spaccio risalenti al 2008.
Tornerà quindi in libertà il prossimo 25 ottobre. Ma ad attenderlo ci saranno gli agenti della questura. Lo accompagneranno direttamente al più vicino centro di rimpatrio. E stavolta dovrà salire sull'aereo per Tunisi. Non c'è tampone che tenga. Torch non ha potuto sottrarsi all'esame anti Covid quando è arrivato al Due Palazzi. E proprio grazie a quel test le autorità tunisine non potranno negargli il via libero al rientro in patria.
Tra un arresto e l'altro Amor Ben Lazar Torch è sempre riuscito finora, tra scappatoie e occasioni fortuite, a restare a Padova nonostante quattro ordini di espulsione e altrettanti viaggi ai centri per il rimpatrio di mezza Italia. Nel 2018 fu riconosciuto colpevole di alcuni furti ai danni di negozi e locali in quello che fu l'autunno caldo delle spaccate. Condannato a due anni e otto mesi per la spaccata del 17 agosto 2018 ai danni del B Gall di Galleria Borromeo, nel marzo scorso è uscito di prigione e due giorni dopo ha ricevuto un nuovo avviso di garanzia, sempre per un furto del 2018. Il suo dna era stato isolato all'interno dell'enoteca Tola Rasa di via Vicenza, visitata dal ladro il 22 aprile di quell'anno.
IL RAID IN QUESTURA
Un mese fa era stato pizzicato a spacciare in via Jappelli: arrestato, aveva patteggiato 4 mesi ed essendo già destinatario di un decreto di espulsione si era evitato il carcere. Ma in Tunisia non è mai tornato: quando, il giorno dopo, aveva capito che stava per essere rimpatriato, aveva distrutto gli uffici della questura e picchiato alcuni agenti, ferendoli. Altra notte in cella di sicurezza e altro processo per direttissima. Eppure anche a metà settembre ha trovato una scappatoia per restare libero. Ha chiesto e ottenuto i termini a difesa e quindi il rinvio del processo a inizio ottobre. Nel mentre era gravato solo dall'obbligo di firma, mentre ora sta trascorrendo i dieci giorni in carcere in attesa che si concretizzi il nuovo iter per l'espulsione.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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