«È Mattia». Poi l'urlo di mamma Marzia

Venerdì 2 Aprile 2021
LA CRONACA
PADOVA Papà Nicola e mamma Marzia sono arrivati sull'argine dello Scaricatore non appena hanno saputo che al Bassanello avevano ripescato un corpo. Nonostante il volto stravolto da 11 giorni di strazio e gli occhi cerchiati di viola da 11 notti insonni il cuore dei genitori di Mattia Fogarin, ieri mattina poco prima delle 11, nonostante tutto, era ancora gonfio di speranza: Lì i vigili del fuoco avevano già cercato. Non hanno trovato nulla, non può essere lui si ripetevano.
Quando i carabinieri si sono avvicinati e hanno comunicato loro che, invece, purtroppo, quello in acqua era proprio il corpo del loro figliolo, l'urlo straziante di mamma Marzia ha squarciato il silenzio che era calato lungo la polverosa stradina arginale ricoperta di sassolini bianchi. Quelli che papà Nicola sentiva scricchiolare sotto le scarpe di Mattia durante quell'ultima telefonata: non erano i sassolini del Parco Iris, dove il ragazzo aveva detto confusamente al padre di trovarsi. Erano quelli del lungargine Bassanello. A una quindicina di minuti a piedi dalla sua casa, a Terranegra.
IL DOLORE
Non hanno visto il loro ragazzo. Forse non sarà nemmeno necessario. L'autopsia verrà eseguita per togliere qualsiasi ombra. Ma quasi certamente Mattia si è tolto la vita. Così come aveva preannunciato al papà. Mamma Marzia ha poche parole: «In cuor mio ho continuato a sperare, ma sapevo che sarebbe andata così». Quando è chiaro che ormai non c'è più nulla da fare, i carabinieri li riaccompagnano a casa, dove li aspetta la secondogenita, Alice, che non smette di riguardare le foto e i video del fratello.
LO SGOMENTO
Papà Nicola è sgomento, ma cerca di razionalizzare quanto successo. Di analizzarlo. «Speravamo fino all'ultimo in notizie migliori, davvero non capiamo cosa gli sia saltato in testa. Anche se una ragazza ti rifiuta, hai 21 anni, tutta la vita davanti». Poi il padre di Mattia si ferma, perchè non riesce a contenere i singhiozzi.
Sulla soglia della porta di casa, a Terranegra, l'uomo cerca di riordinare i pensieri. «Era un ragazzo chiuso continua asciugandosi gli occhi bagnati di lacrime con la mano Forse per questo ha creato un mondo tutto suo e si è convinto che avesse fatto qualcosa di grave, quando così nonn era Ho ringraziato personalmente i carabinieri e i vigili del fuoco che erano sull'argine stamattina per il lavoro che hanno fatto. Non hanno mai smesso di cercarlo, ci hanno sempre tenuti aggiornati e li ringraziamo per tutto».
La mamma di Mattia invece a parlare non ci riesce, comunica via messaggini e uno lo invia a Rosemary Laboragine, veggente che aveva contattato per trovare il suo figliolo. La donna aveva detto fin da subito che secondo lei il giovane non c'era più. «In cuor mio ho continuato a sperare, ma sapevo che sarebbe andata così. Avevi ragione tu».
LE RICERCHE
In questi 11 giorni i genitori di Mattia non hanno mai perso un istante. Hanno fatto appelli al giovane, invitandolo a tornare a casa. Hanno seguito dal vivo le ricerche dei vigili del fuoco e dei carabinieri della compagnia di Padova e della stazione di Padova principale. Sempre in comunicazione con i comandanti, capitano Martino Della Corte e luogotenente Giovanni Soldano. Hanno loro stessi cercato il figlio, già la stessa notte in cui si era allontanato. A piedi, in bici, in auto. Tutto pur di ritrovare il Mattia. Che invece l'aveva fatta finita già quella maledetta notte, in preda a un dolore che non è riuscito a gestire.
Marina Lucchin
Silvia Moranduzzo
© riproduzione riservata
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci