«È boom della canapa, tuteliamo i coltivatori»

Sabato 23 Giugno 2018
AGRICOLTURA
PADOVA Da pochi appezzamenti, agli attuali 100 ettari, un quarto della produzione veneta. Nel padovano tra gli agricoltori è boom della coltivazione della canapa. Che ora, però, rischia di subire un drastico arresto forzato. Da quando la nuova legge 242 del 2016 ha semplificato la normativa che regola la produzione di questa coltura, particolarmente complessa fino a due anni fa, quando erano necessarie autorizzazioni e particolari accorgimenti, molti coltivatori hanno scelto di ritornare a piantare nei propri campi la canapa, che fino alla prima metà del Novecento trovava nelle campagne venete terreno particolarmente fertile. A mettere i bastoni tra le ruote ai coltivatori, però, dopo due stagioni di successi agricoli, è il Consiglio superiore di sanità, che ha imposto lo stop alla vendita della canapa light, povera del principio attivo Thc, quello che fa sballare.
Visti i posti di lavoro e i ritorni economici in questione, dunque, Coldiretti chiede venga fatta chiarezza, sia per i produttori, che per i consumatori, non confondendo la canapa light con quella per la produzione alimentare e industriale.
LA TESTIMONIANZA
Alberto Ongaro, 29 anni, è uno dei 50 produttori di canapa del Padovano: «Ho iniziato con 2 ettari l'anno scorso, quando coltivarla è diventato più semplice, e quest'anno ne ho piantati 3 ettari. Noi non c'entriamo niente con chi coltiva la canapa light, quella da fumare, Il nostro raccolto è quello dei semi per creare olio e farine. La prossima stagione mi piacerebbe che le piante si utilizzassero anche per le fibre. Per questo il mio timore è che, parlando di canapa, non si facciano le dovute distinzioni. E che, per via di quella light, ci rimettessero agricoltori come me che hanno deciso di investire in questo settore».
Alberto spiega che è anche una questione ecologica: «La canapa è un'ottima coltura che non ha bisogno di concimazioni e di interventi fitosanitari. Salvaguarda così il nostro ambiente. Senza contare che è un'ottima alternativa al mais per la rotazione delle colture, che ultimamente ha grossi problemi per via del cambiamento climatico».
LA STORIA
«Nella nostra provincia - spiegano dall'associazione di categoria - il balzo c'è stato negli ultimi due tre anni, da pochi ettari di terreno la canapa è ora presente in oltre 100 ettari su iniziativa di quasi cinquanta produttori. A Padova è concentrato circa un quarto della coltivazione veneta e il dato è in continuo aumento, proprio grazie alle potenzialità di questa pianta». La canapa, come ricorda Coldiretti, è infatti utilizzata anche per esperienze innovative, con produzioni che vanno dalle farine agli eco-mattoni isolanti, dall'olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta, biscotti e cosmetici.
LE RICHIESTE
Ora, continua Coldiretti, «dopo il parere formulato dal Consiglio superiore di sanità su richiesta del ministero della Salute sulla cannabis light, è necessario fare chiarezza da subito per tutelare i cittadini che possono beneficiare di molti prodotti a base di canapa e le decine di aziende agricole che hanno avviato la coltivazione accanto a numerose esperienze innovative. Nella nostra provincia la canapa è coltivata per usi alimentari, ad esempio per la produzione di olio o di farine per panificati. Proprio a Padova ha debuttato la prima pizza con farina di canapa preparata dal campione del mondo Gianni Calaon insieme a molti altri prodotti della filiera della canapa. Non mancano le tante varianti alimentari».
Marina Lucchin
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