Dopo due anni può dire sinceramente se si aspettava di vincere la sfida col

Mercoledì 26 Giugno 2019
Dopo due anni può dire sinceramente se si aspettava di vincere la sfida col
Dopo due anni può dire sinceramente se si aspettava di vincere la sfida col suo avversario o se fu una sorpresa?
«È stata una campagna lunghissima e, per ovvie ragioni, molto particolare per me. Ero ottimista perché man mano che giravo la città via per via, negozio per negozio sentivo che la chiave di assicurare ai padovani lo stop ai litigi e una nuova pace sociale in città per crescere inseme era quella che alle persone piaceva, era quello che volevano. Poi dopo l'ictus il tutto è diventato una sfida ancora più grande, con l'affetto dei miei cari e di tanti cittadini mi sono rimesso in pista ed è arrivata questa enorme soddisfazione che mi emoziona ancora oggi».
Che voto si dà di questi due anni di amministrazione?
«Abbiamo portato avanti molti progetti in un clima di armonia, diciamo 7. So però che si deve sempre migliorare, sono uno che non si accontenta mai e mette il massimo impegno nelle responsabilità che accetta. Su questo la mia famiglia potrebbe avere qualcosa da obiettare dato che mi vedono alle ore piccole o in qualche domenica quando non sono ad incontri con le persone (sorride). Il segreto è restare umili ma determinati e considerare sempre le critiche e i consigli dei padovani un tesoro. Ad esempio oggi (ieri per chi legge, ndr) di buona mattina ho passato due ore in sopralluogo in Corso Milano a parlare con le persone. Insieme con loro faremo ancora meglio nei prossimi 3 anni».
Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere entro la fine del mandato?
«Nuovo ospedale in centro e a Est, nuova questura al posto del degrado di via Anelli, nuova luce pubblica in tutta la città, più verde ampliando i nostri parchi, grandi mostre e grandi eventi per una Padova europea, dare alla città un nuovo sito Unesco aumentando i turisti, ristrutturare tutte le mura, garantire sicurezza con 1000 nuove telecamere, nuovo auditorium e conservatorio, investimenti in mobilità sostenibile, aprire alla città e ai padovani la nostra torre degli anziani, tante opere di miglioramento dei quartieri, una minuziosa manutenzione delle strade... potrei continuare perché abbiamo davvero tantissimi fronti su cui stiamo andando avanti. Ma più di tutto spero di dare ai padovani quella serenità di abitare una città che non litiga più, dove i toni non sono mai esasperati e della quale si può essere orgogliosi insieme. Vedrete che abbiamo ancora tante buone cose che presto metteremo in campo e realizzeremo grazie a questa concordia che porta a produrre fatti».
E fra tre anni si ricandiderà oppure no?
«Non siamo neppure a metà mandato, arrivo in comune la mattina e praticamente ogni giorno torno da Lucia giusto in tempo per la cena, quando non ho serate pubbliche come spesso accade. Ho davvero troppe cose da fare ogni giorno per guardare al futuro. Però grazie al cielo sono in grande forma e ho ancora tanto entusiasmo. Dunque sì, a ricandidarmi ci sto pensando».
Nei temi importanti (come ospedale e Prandina) i suoi alleati di Coalizione civica non sono mai allineati... Fino ad ora è riuscito a trovare in un modo o in un altro una intesa, ma non pensa che possano diventare un problema alla tenuta della sua maggioranza?
«No, anzi questa maggioranza ha dimostrato di saper fare le cose. Sull'ospedale dopo 6 mesi abbiamo trovato una soluzione che difende la città e che oggi dimostra di procedere veloce. La Prandina? L'abbiamo ridata noi ai padovani, prima sentivo solo promesse e al posto del parcheggio c'era un campo di sterpaglie. Coalizione civica, come tutte le forze della maggioranza, mi aiuta a rappresentare la città in ogni sua sfaccettatura. Padova è una città complessa e io sono un moderato, ma su certi temi come quello ambientale serve anche radicalità se non vogliamo morire asfissiati. Sempre con buon senso ma io credo che con questa squadra faremo ancora tante cose importanti e il clima in squadra dopo due anni è ancora ottimo».
Ospedale e questura: alla fine del suo mandato a che punto ritiene saranno le opere?
«Per l'ospedale saremo nella fase esecutiva, sia in centro che a Est. La questura è una progettualità del Demanio, sono certo saremo messi bene, intanto noi tra pochi mesi buttiamo giù per sempre le palazzine del degrado di via Anelli e poi partirà la rigenerazione totale di quel quartiere».
Fiera di nuovo in mano pubblica: non pensa che sia un ritorno al passato in controtendenza con il privatizzare con il rischio di avere una gestione meno efficace?
«No, penso anzi che avremo grandi soddisfazioni. Oggi con la totale armonia tra tutte le istituzioni della città possiamo guardare avanti con fiducia, la Fiera in mano pubblica è una garanzia non un problema, immaginate cosa vorrebbe dire quell'enorme spazio abbandonato... Non ci voglio nemmeno pensare. Abbiamo lavorato giorno e notte e oggi ci sono le basi per un grande impulso positivo».
Tram: è davvero impossibile guardare anche alle altre opzioni come ad esempio i filobus elettrici?
«Perchè impossibile? Tutt'altro. Lo studio che abbiamo commissionato sulla linea est-ovest è aperto a ogni soluzione. Noi siamo gente sempre pronta a cogliere le innovazioni. Certo dal governo qualcuno ci prometteva un anno fa che in due mesi i bus elettrici da 24 metri, quindi tre carrozze, sarebbero stati omologati, ma di ciò non c'è traccia. Poi io credo che il tram è un mezzo sicuro e che piace ai padovani che lo usano moltissimo. Eco perchè nella nuova linea nord-sud, che collegherà per le persone due ospedali e il più grande parco di Padova, utilizzerà questo mezzo e faremo attenzione a sicurezza ed efficienza ma alla fine vedrete che sarà una grande comodità per le persone e anche un opportunità per i quartieri interessati che oltre al servizio godranno di una riqualificazione e di un incremento sostanziale del valore degli immobili».
Il ritorno delle tensioni politiche che hanno portato anche a scontri in piazza la preoccupa?
«Sì e per questo il mio impegno per una città pacificata è una priorità. Compito di un sindaco non è mai soffiare sul fuoco delle tensioni, ma fare un paziente lavoro per superarle una volta per tutte».
Egle Luca Cocco
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