Don Marino: «Sui Rom no ai falsi buonismi»

Domenica 12 Maggio 2019
Don Marino: «Sui Rom no ai falsi buonismi»
ALBIGNASEGO
«Il problema dei Rom non si risolve con belle prediche, ma con soluzioni concrete». Arriva una nuova provocazione, direttamente dalle pagine del bollettino parrocchiale di San Lorenzo (in uscita questo fine settimana), da parte di don Marino Ruggero. Nella sua rubrica Marin che rugge è intervenuto sulla questione dei Sinti. «Mi preme sottolineare che sono d'accordo con Papa Francesco e con coloro che la pensano come lui». Tuttavia, aggiunge, «desidero sottoporre apertamente la seguente domanda: Ma lei li vorrebbe i Rom sotto casa sua?». «Nel concreto, vorrei vederli abitare in Vaticano o vicino alle case di tutti quelli che risponderebbero di sì. Altrimenti, per favore, siete pregati di rimanere zitti». Pungente, come sempre. «Nei giorni scorsi molti abitanti del quartiere romano di Torre Maura hanno posto tale domanda ai giornalisti convenuti per raccontare la loro protesta».
A detta di don Marino, «è stata una manifestazione rabbiosa, con dei momenti assurdi. Non si calpesta mai il pane, a maggior ragione se destinato a trenta bambini». Due le strade che secondo il sacerdote si possono percorrere: la prima è un buonismo di maniera. «Sono quelle stesse persone che magari alla vista di una zingara stringono la borsa al petto o cambiano strada». «La seconda è ascoltare, senza pregiudizi, le parole di chi scende in piazza. Negare che i Rom portino con loro una criticità in termini di sicurezza è falso, le statistiche parlano chiaro in questo senso. Negare che l'integrazione sia molto complicata, se non impossibile, è pure falso. L'8 maggio il Papa, parlando ad un incontro con Rom e Sinti, ha detto che l'amore è la civiltà, si va avanti con l'amore».
Don Marino, per l'appunto, concorda con il Pontefice. Ma ha comunque voluto fare dei distinguo, prendendo una posizione critica al fine di provocare l'opinione pubblica. L'ultima sua esternazione poco più di un mese fa, quando si è schierato a favore della nuova legge sulla legittima difesa: «Prima di essere un cristiano e un prete sono un uomo e cittadino. Ai molti che non condividono questo pensiero consiglio di parlare con me solo il giorno in cui avranno avuto l'esperienza di una rapina. La paura è una brutta bestia e può portare ad una giustizia fai da te, per quanto sbagliata sia». «Lo so, in questo modo non sono in linea col porgere l'altra guancia. In altri passi del Vangelo Gesù invita ad amare il proprio nemico e a perdonare settanta volte sette. Credo, però, che la pazienza abbia un limite oltre il quale tutto può succedere».
F.Cav.
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