Don Luca scatena il nuovo dibattito: «In chiesa solo con il Green pass»

Lunedì 2 Agosto 2021
Don Luca scatena il nuovo dibattito: «In chiesa solo con il Green pass»
LA DISCUSSIONE
PADOVA Schietto e diretto, com'è nel suo stile. Senza paura di andare controcorrente o di scatenare il dibattito. Don Luca Favarin, il prete di strada padovano noto per la sua attività solidale nei confronti di prostitute e migranti, ora apre un nuovo fronte: «Green pass anche per entrare in chiesa».
L'ultimo decreto del presidente del Consiglio prevede l'obbligo del certificato verde per accedere a a tantissimi luoghi pubblici: bar e ristoranti, cinema e teatri, stadi, piscine e palestre. Non, però, per andare a messa. Favarin apre il dibattito con un post su Facebook che suscita subito una raffica di reazioni: «Rispetto della vita è Green Pass - scrive il prete - Ma vale per tutti come per tutti. Nei ristoranti, cinema, luoghi di incontro. E non per finta solidarietà o per convenienza, ma per giustizia e responsabilità. Anche il Green pass nelle chiese e in tutti i luoghi di culto. Subito, per primi».
LA POSIZIONE
Favarin ci ha abituato a nette prese di posizione, spesso fuori dal coro del mondo ecclesiastico. La più dura, in aperta polemica politica, un anno e mezzo fa: «Oggi fare il presepio è ipocrita. Il presepe è l'immagine di un profugo che cerca riparo e lo trova in una stalla». Ora don Favarin si schiera apertamente per un'altra battaglia. Interpellato dal Gazzettino, entra nel merito: «Siamo davanti ad un tema enorme, l'emergenza dettata dal Covid è drammatica. Dobbiamo decidere se vogliamo davvero superarla oppure limitarci a conviverci. Abbiamo solo due modi per sconfiggere questa pandemia: vaccinarsi e rispettare le regole. Tra le regole c'è anche il Green Pass e l'uso del Pass dovrebbe essere il più esteso possibile».
CORRETTEZZA
Per don Luca Favarin «è una questione di correttezza. Noi viviamo in una società e la mia libertà va a toccare le libertà degli altri. Secondo me il Green pass dovrebbe essere esibito in tutti i luoghi al chiuso e la chiesa è un luogo chiuso tanto quanto gli altri. Vale anche per il patronato, per i circoli, per tutte le altre zone chiuse. Proviamo a pensare: e se una persona si contagia in chiesa e poi va al ristorante? Non servirebbe una logica di polizia e di controllo, mi appellerei solo al senso di responsabilità di tutti».
IL GIUDIZIO
Favarin va anche oltre. «Fare distinzioni tra la chiesa e gli altri luoghi al chiuso è immorale, indecente e inqualificante - tuona - Non so il motivo per cui le chiese non siano state inserite nel decreto, in ogni caso le opportunità per fare i controlli ci sarebbero. Penso a scanner, personale all'ingresso delle chiese, controlli a campione. Si possono trovare tanti metodi, l'importante è la volontà».
E cosa direbbe don Favarin ad un fedele che, senza il Green pass, si vedrebbe chiudere davanti la porta della chiesa senza poter entrare? «Io non sono per l'obbligo vaccinale, ma ritengo che se non hai il Green pass stai a casa tua. L'attenzione agli altri è tra i fondamenti del Cristianesimo, se non rispetti questo valore non sei un cristiano. A parole siamo tutti fratelli, poi ce ne freghiamo degli altri?».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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