Dimitri, i genitori a scuola «Tutti gli volevano bene»

Martedì 12 Dicembre 2017
Dimitri, i genitori a scuola «Tutti gli volevano bene»
LA TRAGEDIA
PADOVA Mentre l'indagine (per atti relativi) del sostituto procuratore Giorgio Falcone sulla morte di Dimitri, il quindicenne che mercoledì scorso si è ucciso lanciandosi nel vuoto da uno sperone di roccia del monte Pirio, a Torreglia, continua per togliere ogni dubbio sul fatto che si tratti solo di una tragedia, come infatti sembra dall'esame esterno del corpo del giovane, il Marchesi si prepara a salutare il proprio compagno. L'intera classe di Dimitri, la terza C/E parteciperà al funerale del ragazzo e lo stesso farà l'intero corpo docenti di quella classe, una volta fissata la data del funerale. Non solo però, perché la classe che Dimitri ha frequentato per tre anni farà da capofila a una serie di lezioni sul dolore.
«Avevamo già approvato il progetto proposto da un'associazione di fare un corso di sostegno all'elaborazione del lutto, che nell'idea non riguardava il caso specifico del suicidio di un giovane - spiega la preside Antonella Visentin - ma andasse a toccare la morte dei nonni, il dolore per la separazione dei genitori, i rifiuti e i lutti intesi come piccoli fallimenti in cui può incappare un adolescente. La classe di Dimitri sarà la prima in cui verrà attivato il corso. Ne abbiamo già accennato ai genitori che giovedì sono venuti a scuola non appena hanno saputo della tragedia. I ragazzi hanno bisogno di parlare con gli adulti». Non solo perché il destino aveva voluto che ci fosse in programma anche un altro evento. A spiegarlo è ancora la dirigente. «I rappresentanti di classe e quelli d'istituto avevano già previsto un'assemblea generale dove invitare un esperto esterno sulla gestione delle emozioni, la faremo prima di Natale. La nostra scuola è molto attenta a questi temi». Soprattutto ora che il ricordo di Dimitri e la tragicità del suo gesto annunciato ai genitori con un messaggio via WhatsApp, resta inspiegabile per i suoi compagni di classe e per quanti lo conoscevano. «Da parte sua conclude la preside Visentin - non c'era mai stato nessun segnale di disagio né tanto meno una sofferenza evidente. Quando abbiamo saputo siamo rimasti annichiliti tutti quanti. Quello che è successo rimane per me incommentabile, i fatti ci spingono ad essere sempre e ancora più vicini ai ragazzi». Un perché la preside non ce l'ha: «Dimitri era un punto di riferimento per la classe, tutti gli volevano bene ed era integrato. È una cosa troppo grande e così drammatica nella vicinanza. Siamo in contatto continuo con i genitori, anche se molto discreto. Alle mie colleghe ho detto di parlare in classe di quanto è successo, non possiamo lasciare degli adolescenti senza risposte».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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