«Dilemma bollito o arrosto? Evitate il menu da Covid»

Mercoledì 2 Dicembre 2020
L'APPELLO
PADOVA «Il pranzo di Natale? C'è anche il menù del Covid hospital. Meditate gente ed evitate». É l'appello alla prudenza lanciato dal direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta, in vista delle feste. Il manager della sanità si è rivolto ai padovani durante la diretta Facebook trasmessa ieri da via Scrovegni, ribadendo poi il concetto anche in un post pubblicato sui profili social.
«Zampone o cotechino? Capitone? Bollito o arrosto? scrive il dg Scibetta -. L'importante è che la curva epidemiologica non salga sullo skilift, che pranzi, brunch, sciate non facciano da traino, trasformandosi in impianti, oliati, di risalita del virus. Da settimane il giallo è diventato il nostro colore preferito, in una responsabilità attiva che gode di una certa libertà, per così dire vigilata. Valorizziamo l'oro che c'è in quel giallo, che poi è l'oro delle giornate di sole all'aperto, l'oro delle luci natalizie all'imbrunire, l'oro delle candele accese sulla tavola imbandita con i propri cari. Usate prudenza, maneggiate con cura quell'oro. Emily Dickinson si doleva di aver conservato oggetti placcati nella mensola degli argenti, noi evitiamo fare l'errore contrario: riconosciamo il valore delle cose. Non vorremmo dovervi servire il pranzo di Natale tra le corsie di un Covid Hospital. Un menù molto amaro».
Gli oltre 15mila casi di positività confermano che il coronavirus è largamente diffuso nel padovano. «Si è spenta quella dose di paura che, attraverso l'osservanza delle regole, ha consentito di arginare la diffusione del contagio nella prima fase dichiara Scibetta -. Nei mesi scorsi infatti abbiamo assistito ad un rapido declino. Le disposizioni da tenere a mente sono sempre le stesse e vanno dal distanziamento all'utilizzo della mascherina, dalla detersione delle mani ad evitare assembramenti. Ormai lo si dice in tutte le salse, ma poi il risultato è quello documentato nelle pagine dei giornali con corse agli acquisti natalizi e piazze piene. Forse non ci siamo. Sapete qual è il rischio? Che il cenone di Capodanno venga servito in un Covid hospital». Ai tempi della pandemia l'attesa è per un regalo di Natale diverso dal solito. «Cum grano salis, sollecitava Plinio il Vecchio sottolinea Scibetta -. Ci vorrebbe un pizzico di sale con cui condire le nostre giornate di dicembre. Solo così potremmo arrivare a Natale con il regalo più bello: un drastico calo di contagi e ricoveri per Covid».
E.Fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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