Dietro al delitto spunta un giro di cocaina

Mercoledì 18 Ottobre 2017
Dietro al delitto spunta un giro di cocaina
IL PROCESSO
PADOVA Dietro al delitto di Antonio Floris c'è la droga. Il movente sono i soldi e la cocaina. Il siciliano Santino Macaluso ha ucciso il sardo il 6 novembre dell'anno scorso nell'Osai dei padri mercedari di Chiesanuova, perchè non gli voleva più prestare il denaro per acquistare lo stupefacente. È quanto emerso ieri in aula, durante il processo al 54enne di Agrigento.
LO SPACCIO
I poliziotti della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Daniela Randolo, mentre indagavano sull'omicidio, si sono imbattuti in un traffico di cocaina gestito dal napoletano Pasquale D'Amico (oggi a processo per spaccio). Anche lui ospite del centro, in quanto detenuto in permesso, vendeva la cocaina a Macaluso e anche a un avvocato padovano civilista. Il legale e i due malavitosi sono stati più volte intercettati dagli inquirenti, mentre parlavano di droga. L'avvocato si è rivolto a D'Amico in almeno quattro occasioni e lo spaccio avveniva a pochi metri dall'Oasi. Macaluso faceva uno smodato uso di coca e aveva sempre bisogno di contanti. Tanti, troppi soldi. In più di una occasione li aveva chiesti a Floris, ma a un certo momento il sardo gli ha detto basta. Come quel 6 novembre, quando al rifiuto del 61enne di dargli del denaro il siciliano ha reagito uccidendolo.
LA DONNA
Ieri in aula ha testimoniato anche un avvocato di Udine. La donna, madre di due figli, dal 2007 al 2010 ha avuto una relazione sentimentale con Macaluso. Il legale ha ammesso di avere parlato con il siciliano subito dopo il delitto, perchè il 54enne di Agrigento era molto confuso. Non sapeva dove andare e lei ha cercato di aiutarlo, non sapendo però del crimine appena consumato. Ai giudici ha spiegato poi che la sua relazione con Macaluso è finita, perchè lui le ha raccontato molte bugie. Il siciliano si è poi trovato un'altra donna, sempre in provincia di Udine.
LE INDAGINI
Il tre marzo Macaluso è stato arrestato per avere assassinato Antonio Floris a colpi di spranga nell'Oasi dei padri mercedari. Il siciliano si trovava a Reana del Rojale, in provincia di Udine, nell'abitazione della convivente. È accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Macaluso aveva finito di scontare nel luglio scorso una condanna a 26 anni di reclusione per un duplice omicidio avvenuto in Sicilia nel 1993 per questioni di cuore. Il 54enne aveva ucciso due volte per vendicare un parente. Il carcerato Floris è stato ucciso in una stanza del centro, trascinato all'esterno per tredici metri, e poi spostato di alti otto metri per nascondere il cadavere sotto una catasta di legna. Gli uomini della Mobile si erano accorti del corpo, perchè avevano notato un pezzo di jeans uscire da sotto la montagna di ceppi. Inoltre accanto alla legnaia c'era la bicicletta del sardo, che utilizzava tutti i giorni per spostarsi dal carcere all'Oasi. Quando gli uomini della Mobile hanno passato al setaccio il centro dei padri mercedari, nella stanza in uso al siciliano hanno trovato una striscia di cocaina semi consumata. E infatti secondo l'accusa il siciliano avrebbe rubato 300 euro a Floris per acquistare cocaina da sniffare con altri ospiti. Il sardo, che già gli aveva detto di non volergli più prestare del denaro, se ne è accorto ed è scattata la lite culminata nell'omicidio.
Marco Aldighieri
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