Delitto Noventa, cercato il corpo anche attraverso i satelliti militari

Sabato 21 Novembre 2020
Delitto Noventa, cercato il corpo anche attraverso i satelliti militari
L'OMICIDIO
PADOVA La Cassazione ha confermato le condanne per i tre imputati del delitto Noventa, ma manca ancora il corpo. Il cadavere di Isabella, uccisa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016, non è mai stato trovato. Eppure gli uomini della Squadra mobile lo hanno cercato ovunque: sotto terra, nel fiume Brenta, nel laghetto a un passa dal ponte Darwin a San Lazzaro, nei casolari, in alcune cisterne abbandonate di carburante e perfino nei cassonetti della spazzatura. A dare notizie sul corpo della segretaria di Albignasego, ci hanno pensato anche dei medium. Ma è stato tutto inutile. Il pubblico ministero Giorgio Falcone, titolare delle indagini, nel tentativo di ricostruire il percorso effettuato quella notte dalla Golf di Debora Sorgato con all'interno il corpo di Isabella, ha provato a chiedere aiuto ai satelliti militari.
IL TENTATIVO
L'obiettivo era di ricostruire il tragitto seguito dalla Golf della donna delle pulizie: quella notte stava trasportando il cadavere di Isabella Noventa. Ecco l'idea di chiedere aiuto ai satelliti militari, magari con un po' di fortuna potevano avere inquadrato l'area di terra tra il comune di Noventa e quello di Padova dove si è spostata l'auto di Debora. Ma purtroppo, quella notte, gli occhi spaziali dell'esercito stavano inquadrando scampoli di costa per monitorare eventuali sbarchi di profughi. Insomma, uno dei più efferati delitti del Nordest rimane ancora parzialmente avvolto nel mistero con l'assenza del corpo della vittima. «I poliziotti della Squadra mobile - ha dichiarato Paolo Noventa, fratello di Isabella - mi hanno detto di non perdere le speranze. Potrebbe sempre esserci una svolta». Intanto la Cassazione, nella giornata di mercoledì, ha confermato le condanne a 30 anni per i fratelli Sorgato e a sedici per Manuela Cacco, la tabaccaia veneziana. Debora, attraverso il suo legale, ha fatto sapere che: «Quella sera con noi c'era anche Cacco ed è stata lei a uccidere Isabella». Una versione dei fatti già smentita dagli inquirenti: quella sera Cacco era rimasta seduta nella sua auto di fronte alla villa di Freddy, in via Sabbioni 11 a Noventa, e all'interno della casa c'erano Isabella con i due fratelli Sorgato. E poi Freddy, attraverso il suo avvocato Gian Luigi Pieraccini ha ritrattato tutto, sostenendo di non avere mai ucciso Isabella e di non sapere nulla del delitto. Le difese non hanno convinto i giudici della Suprema corte.
NON È FINITA
Freddy Sorgato, il prossimo 29 di gennaio, comparirà in aula nel processo che lo vede imputato per avere detenuto illegalmente un arsenale. Tra cui le due famose pistole riconducibili a lui e sua sorella, con quest'ultima già uscita di scena con un patteggiamento a un anno. Il ballerino di Noventa avrà la possibilità, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, di rilasciare dichiarazioni spontanee. E poi c'è Manuela Cacco, la tabaccaia veneziana non si rassegna ad essere stata condannata anche per il reato di atti persecutori nei confronti di Isabella. Così, attraverso il suo legale Alessandro Menegazzo di Dolo, si rivolgerà alla Corte di giustizia europea.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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