Dai ristoranti alle pizzerie: «Una raffica di disdette»

Sabato 29 Febbraio 2020
Dai ristoranti alle pizzerie: «Una raffica di disdette»
LE TESTIMONIANZE
PADOVA «Sono stati annullati banchetti di lauree, ordini di dolci e i clienti sono diminuiti del 70%». Sono le parole di Jacopo Ceccotto, barista all'Antico Forno a piazza dei Signori. «A causa della carenza di lavoro sottolinea abbiamo ridotto il numero di turni del personale. Lo scenario preoccupa, più di qualche cliente entra nel nostro locale indossando la mascherina. Abbiamo dovuto tagliare anche gli ordini di beverage, caffetteria e frutta per evitare di sprecare materia prima». C'è chi prende l'emergenza Coronavirus con ironia. Monica Turatti del negozio vintage Ma Tù di via Marsala regala coroncine stilizzate ai suoi clienti. «L'idea della Corona vi sta contagiando e sono felice afferma Monica -. Questa piccola idea mi è venuta così, senza nessuna pretesa, solo un modo per essere solidale, perché non si lavora, perché ci hanno creato intorno un'aurea negativa, perché tutto è un po' difficile. In realtà questa città, la nostra, è una città che continua a svegliarsi presto la mattina e inizia a lavorare. Qui c'è positività e ottimismo, la gente si dà da fare e sorride. Mi piace incoronare queste teste, di gente comune che rende normale una complicata quotidianità».
E' crisi anche nei ristoranti. Un esempio arriva da Vigonza, nella pizzeria Da Ciccillo di via Arrigoni, dove tanti clienti scelgono le pizze ad asporto. «Il lavoro è calato almeno del 40% - fanno sapere Salvatore e Marco Naclerio, padre e figlio -. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto parecchi ordini al telefono, le persone preferiscono portare a casa la pizza invece che fermarsi qui a cena. Speriamo che le cose si risolvano al più presto e tutto torni alla normalità».
Chi vende prodotti per la salute e il benessere, invece, riesce a stare a galla. Come Maria Luisa Cagnotto, titolare di un'erboristeria ad Este. «Molti cercano prodotti contro i mali di stagione racconta per cui a me non va male. Non posso dire lo stesso per i miei colleghi, l'abbigliamento e gli altri settori stanno soffrendo perché non hanno clientela. Un momento di forte crisi che sta facendo saltare l'economia di una città».
Pochi ingressi anche alla Libreria Minerva di Padova, gestita da Cristiano Amedei. «Strade e parcheggi vuoti ripete Amedei -, anche la nostra attività ha subito un calo drastico. L'emergenza ha scombussolato lo stile di vita delle persone, è necessario reagire».
E.Fa.
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