«Così trasformo i bimbi malati in Superman»

Giovedì 25 Aprile 2019
«Così trasformo i bimbi malati in Superman»
IL PROGETTO
PADOVA È il classico esempio di cervello in fuga: 27 anni, padovano, laureato in Ingegneria civile nel nostro Ateneo, ora negli Stati Uniti è artefice di importanti progetti di ricerca e sviluppo sull'Intelligenza artificiale e la Realtà aumentata. Che applica a 360 gradi, compreso il suo matrimonio, dove persino l'anello era in 3D.
Adesso, però, Alberto Tono, torna a Padova, perchè passione e competenze le rivolge a un'iniziativa straordinaria, realizzata tra l'altro da volontario e in collaborazione con l'Università da dove era partito: far entrare questa tecnologia in Pediatria, mettendola a disposizione gratuitamente, per far sì che i bambini affetti da patologie oncologiche possano alleviare i dolori dovuti al male, o alle terapie, vivendo appunto esperienze immersive.
IMMAGINI
La parola chiave è Magic leap, salto magico: si tratta di un visore innovativo che sovrappone immagini tridimensionali, generate al computer, agli oggetti reali, attraverso la proiezione negli occhi dell'utilizzatore, nella fattispecie i bambini, di un campo luminoso digitale. In pratica, il piccolo paziente che metterà in testa il dispositivo, sarà immerso in una realtà mista, fatta di oggetti veri e altri virtuali. Un esempio? Un dinosauro T-rex e un astronauta potrebbero rincorrersi sul tavolo, o sul pavimento della stanza dov'è il malato, nascondersi dietro al divano, oppure interloquire o giocare con lui. Per non parlare della possibilità che viene data ai pazienti, sia a casa che in ospedale, di volare, oppure di trasformarsi in Superman, per fare in modo che, distraendosi, si rilassino al punto da attenuare anche i dolori più lancinanti.
«Io e mia moglie Hannah Luxenberg - spiega Tono - siamo stati i protagonisti della prima proposta di matrimonio del mondo fatta in Realtà aumentata, alla quale hanno lavorato diversi ingegneri della Silicon Valley con l'obiettivo di promuovere queste tecnologie e metterle al servizio delle persone. E abbiamo organizzato anche il primo matrimonio della storia, il nostro, in Realtà aumentata. Hannah è una film maker appassionata come me di queste tecnologie, ma è anche volontaria negli ospedali, dove assiste i bambini oncologici terminali. Gli esperimenti che facciamo sono proprio finalizzati ad applicare queste tecnologie ai piccoli affetti da gravi patologie, che potrebbero avere l'opportunità di vivere esperienze immersive per non sentire il male. C'è ancora molto da fare in questo settore e noi, insieme a molte community di sviluppatori e appassionati, proviamo a dare il nostro contributo. E ora lo facciamo a Padova, donando all'Università uno di questi dispositivi da provare sui bimbi malati ricoverati qui, o sui pazienti di altri reparti, per verificare i vantaggi nella terapia del dolore e poter quindi ridurre i farmaci. La consegna del dispositivo è avvenuta nell'ambito dell'incontro realizzato dalla nostra associazione che, è bene ricordarlo, non ha fini di lucro, chiamata Alumni of the University of Padua of San Francisco and Bay Area Chapter che cerca di condividere le eccellenze delle due controparti, cioè Silicon Valley a Ateneo patavino, e raccogliere fondi per consentire scambi bilaterali».
ENTUSIASMO
L'appuntamento era al Dipartimento di Ingegneria, nell'Aula Lepschy di via Gradenigo, dove erano presenti il professor Simone Milani e il professor Roberto Mancin, informatico del Dipartimento di Pediatria. L'iniziativa portata a compimento da Alberto Tono è stata accolta con entusiasmo anche da Andrea Pettenazzo, responsabile del reparto di Terapia intensiva pediatrica; da Franca Benini, direttrice dell'Hospice pediatrico e da Alessandra Biffi, direttore dell'Oncoematologia pediatrica.
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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