«Così le strade della città ritornano ai padovani»

Martedì 18 Dicembre 2018
«Così le strade della città ritornano ai padovani»
L'INTERVISTA
PADOVA A effettuare i controlli per intercettare parcheggiatori abusivi particolarmente insistenti, e accattoni molesti, sono gli agenti della Polizia locale, coordinati da Lorenzo Fontolan.
Comandante, che bilancio si può fare di questo primo periodo?
«Dal momento in cui abbiamo iniziato ad applicarlo, cioè dall'ottobre scorso, ci sono stati 30 ordini di allontanamento. In meno di due mesi, quindi, i numeri confermano che la decisione di Palazzo Moroni porta a effetti reali, nel senso che le persone oggetto del provvedimento si spostano effettivamente altrove. Certo, non abbiamo una soluzione radicale per il problema, però, già che costoro vadano da un'altra parte è positivo. Dopo tre recidive, poi, è il questore a decidere se disporre l'allontanamento vero e proprio dalla città utilizzando il Daspo. E in questo caso ci possono essere anche dei risvolti penali».
In pratica che cosa fanno gli agenti della polizia locale?
«I nostri uomini intervengono in determinate situazioni, cioè quando un soggetto sta pregiudicando la libera fruibilità di uno spazio pubblico. Per esempio, nel momento in cui i parcheggiatori abusivi che chiedono denaro con molta insistenza, inducono tante persone a cercare altrove un posto dove lasciare la loro macchina per non imbattersi negli accattoni che, di fatto, condizionano il loro diritto di parcheggiare dove vogliono. Lo stesso vale per le prostitute che si vendono su un determinato marciapiede e che quindi obbligano i cittadini, magari che hanno i bambini a mano, a optare per altri tragitti, a volte più lunghi o scomodi, per evitare di incrociarle. Identica la dinamica degli ambulanti abusivi che insistono per vendere qualcosa e che impongono deviazioni a chi non vuole mettersi a discutere con loro».
E quindi che cosa avviene?
«Che gli agenti della Polizia locale fanno l'ordine di allontanamento, invece di applicare soltanto la sanzione: in pratica per un po' mendicanti molesti, o parcheggiatori abusivi, devono stare lontani dalla zona in cui sono stati sorpresi a disturbare insistentemente la gente, come avviene per esempio nelle aree di sosta della zona ospedaliera, dove ci sono centinaia di persone che devono lasciare le loro auto in sosta. Per i soggetti recidivi, poi, il questore può disporre il Daspo, appunto l'allontanamento obbligatorio dalla città. La ratio del provvedimento è quella di evitare che uno spazio, una strada, o una zona, non diventino più fruibili a causa di queste presenze, modificando quindi le abitudini di chi in quei siti deve invece recarsi per una reale necessità».
La finalità, però, è anche un'altra.
«Certamente. Applicare l'ordine di allontanamento implica la registrazione dei dati del soggetto che vengono immessi nella banca della Questura: il solo fatto di venire un qualche modo schedati fa da deterrente per molti, in particolare per gli spacciatori che ovviamente non vogliono essere tracciati. Dopo il primo, o al massimo il secondo allontanamento, quindi, spariscono, cambiano zona, perché temono di incorrere nel provvedimento del Questore, che entra a pieno titolo a fare parte del loro curriculum, una specie di schedatura definitiva. Tra l'altro il Daspo impone a chi lo riceve di non poter farsi vedere a Padova per ben un anno».
Che bilancio si può quindi fare di questo primo periodo di attività su questo fronte?
«Che il provvedimento di allontanamento messo in atto dell'amministrazione comunale nei casi in cui ci siano situazioni reali in cui i cittadini subiscono delle conseguenze, ha una grande efficacia già come deterrente per scoraggiare i parcheggiatori abusivi e gli accattoni molesti che scelgono le strade di Padova».
Ni.Co.
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