Così facevano risparmiare sulle tasse Una maxi frode da 25 milioni di euro

Lunedì 16 Settembre 2019

IL MECCANISMO
«Quando ho capito che i debiti non ritornavano ho iniziato a promuovere quest'attività illecita ai miei clienti... loro erano consapevoli di quello che facevo. Ho parlato chiaro e mettevo in guardia il cliente che non c'erano garanzie di buona riuscita». È il 2 marzo 2018 quando Francesco Greco, il giovane contabile titolare dello studio, mai iscritto all'Ordine dei commercialisti né abilitato alla professione in quanto sprovvisto di diploma di laurea, decide di vuotare il sacco davanti agli investigatori della Guardia di Finanza. È in carcere da un paio di mesi e non esita ad assumersi le responsabilità della maxi evasione fiscale tra il 2015 e il 2017, quantificata in 25 milioni di euro. Lo fa citando per nome molti dei suoi clienti che sarebbero stati perfettamente al corrente delle procedure illecite per dribblare il fisco. Il meccanismo era semplice: ciascuna pratica di compensazione dei crediti prevedeva il pagamento di un solo euro. Per garantirsi lo sconto sulle tasse il contabile e il padre Vincenzo, ex dipendente dell'Agenzia delle Entrate, manipolavano il sistema informatico per la dichiarazione dei redditi.
Il giochetto è andato avanti fino a quando un cliente dello studio Greco non ha rilevato alcune anomalie su cartelle di pagamento ricevute per debiti erariali. Quest'ultimo era convinto di essere in regola con il fisco dopo aver versato al suo consulente le somme dovute. A quel punto ha deciso di consegnare i documenti alla Guardia di finanza. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria di Torino hanno così scoperto che i due professionisti non avevano mai versato i suoi soldi nelle casse dello Stato. Con la collaborazione dell'Inps, dell'Agenzia delle Entrate e dell'Ufficio Antifrode le Fiamme gialle sono riuscite a risalire ad una lunga serie di posizioni irregolari nella compensazione dei debiti tributari. E' emerso che i Greco non si limitavano a garantire lo sconto delle imposte ma offrivano ai clienti e ai loro conoscenti una vasta gamma di prestazioni tributarie, tutte regolarmente illecite. Tra queste l'emissione, a richiesta dell'imprenditore o del professionista, di fatture per operazioni inesistenti, la produzione di buste paga false per agevolare l'accesso a prestiti di denaro, e l'attestazione fasulla di assunzione di cittadini extracomunitari, finalizzata ad ottenere il rilascio dei permessi di soggiorno. Tredici le persone indagate nella prima tranche dell'inchiesta: oltre a padre e figlio, alcuni collaboratori dello studio e procacciatori di clienti per conto dello studio. Contestualmente alle ordinanze di custodia cautelare, nel gennaio dell'anno scorso il gip di Torino aveva disposto, nei confronti di otto indagati, il sequestro di denaro, immobili, beni mobili e rapporti finanziari per un ammontare complessivo di 8 milioni di euro. Ora la Procura piemontese è pronta a presentare il conto alla clientela dei Greco: in 110 rischiano di finire sotto processo per evasione fiscale. Sono gli imprenditori e i professionisti che nel 2016 e 2017 hanno sottratto al fisco almeno 50.000 euro per annata d'imposta. A breve il pm Traverso ne chiederà il rinvio a giudizio.
L.I.

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 15:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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