Confiscato lo stipendio all'ex mafioso brindisino

Sabato 20 Luglio 2019
Confiscato lo stipendio all'ex mafioso brindisino
DUE OPERAZIONI
PADOVA Due casi di infiltrazioni mafiose hanno raggiunto il territorio padovano. Lo si evince dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia del secondo semestre 2018. Il riferimento è in particolare alla clamorosa confisca, eseguita giusto un anno fa, del trattamento di fine rapporto percepito da Giuseppe D'Onofrio, 65enne originario di Fasano, trapiantato da anni a Padova, in passato legato ad esponenti della Sacra Corona Unita brindisina. Le indagini della Dia avevano accertato come l'attività commerciale di D'Onofrio, un noto negozio di gastronomia pugliese in pieno centro, fosse stata costituita con proventi illeciti, acquisiti nel tempo dal 65enne, qualificato come «criminale di primissimo piano nel contesto contrabbandiero degli anni 80 e 90». D'Onofrio risultava dipendente di una società di cui era in realtà il dominus. Le somme percepite a titolo di stipendio e di Tfr rappresentavano quindi «lo sviluppo e l'evoluzione del reimpiego del denaro, e del circuito illecito avviato con la costituzione della società».
Già nel dicembre 2017 la Dia aveva confiscato a D'Onofrio e alla moglie Annalisa Brondin la barchessa della storica Villa Molin (in via Ponte della Cagna, zona Mandria) e le quote di maggioranza (95%) della società che gestisce il negozio di prodotti pugliesi. Qualche mese fa la Corte d'Appello di Lecce ha però accolto il ricorso della coppia, revocando la confisca dei beni.
A Cadoneghe abitava invece Fred Iyamu, 32enne, ritenuto il capo di un pericoloso clan della mafia nigeriana, smantellato nel novembre scorso dalla Squadra mobile di Cagliari con l'operazione denominata Calypso. Secondo l'accusa Iyamu, che ricopriva incarichi di primissimo piano nell'ambito della cosiddetta Eiye Supreme Confraternity, avrebbe partecipato ad un summit criminale in Sardegna nel quale avrebbe ordinato ad alcuni sodali una spedizione punitiva nei confronti di un affiliato. Il clan guidato dal 32enne sarebbe specializzato nello spaccio di droga, nello sfruttamento della prostituzione e nella tratta delle donne straniere.
L.I.
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