Confapi: «In quindici giorni pagheremo tasse per 1 miliardo»

Giovedì 15 Novembre 2018
Confapi: «In quindici giorni pagheremo tasse per 1 miliardo»
L'ANALISI
PADOVA Per rendere l'idea e rimanere ai temi della stringente attualità, il paragone proposto dalla costola padovana della Confederazione italiana della piccola e media industria (la Confapi) è questo: con tutte le tasse da pagare in scadenza a novembre più di un miliardo il conto per i contribuenti di Padova in quindici giorni pagheremmo l'intero reddito di cittadinanza del Sud. Firmato Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, che al salasso di imposta in arrivo nelle prossime due settimane non ci sta. E chiama i suoi alla levata di scudi.
«È evidente la sproporzione tra il contributo del Veneto alle casse dello Stato e il ritorno al territorio attacca Valerio, facendo riferimento alle scadenze fiscali e tributarie che si accavallano tra il 16 e il 30 novembre - E alla pressione fiscale si aggiunge il peso della burocrazia: un imprenditore medio effettua in un anno quindici versamenti al fisco, sei in più di un suo collega tedesco, sette in più di un inglese, e nove in più di uno svedese. Impieghiamo in media 238 ore annue per pagare le imposte».
All'orizzonte infatti, a partire da venerdì e fino a fine mese, si condenseranno alcune delle più pesanti scadenze fiscali e tributarie per i contribuenti italiani. Prima il versamento dell'Iva per il mese di ottobre e per il terzo trimestre dell'anno e il versamento delle ritenute Irpef di dipendenti e collaboratori. E si arriverà a venerdì 30 novembre, quando occorrerà provvedere agli acconti Irpef, Ires e Irap e all'invio telematico del modello Uniemens. Bollettini che porteranno nelle casse dello Stato 57 miliardi di euro, circa 2 miliardi in più rispetto al 2017. Al totale del gettito Padova, secondo i conti del centro studi di Confapi, considerata l'incidenza del Pil locale in rapporto a quello nazionale, contribuirà con circa 1,39 miliardi di euro, mentre il peso per contribuenti del Veneto sarà di circa 5,25 miliardi.
Nello specifico, la voce che inciderà di più è quella relativa alla liquidazione dell'Iva (273 milioni a Padova, 1.380 milioni in Veneto), seguita dall'acconto Ires (255 milioni di euro a Padova che diventano 1.288 milioni in Veneto) e dalle ritenute su dipendenti e collaboratori (209 milioni per la città del Santo lievitati a 1.058 a livello regionale). Numeri alla mano, la provocazione come la chiama il presidente di Confapi è già partita. Con quei soldi infatti snocciola l'associazione delle Pmi si sarebbero potuti finanziare interamente per due volte i 2 miliardi e 258 milioni di euro della Pedemontana, il più grande cantiere aperto oggi in Italia.
«Ovviamente i calcoli relativi a cosa si sarebbe potuto fare con le tasse versate sono solo provocazioni, ma, se chiamiamo in causa il reddito di cittadinanza, è per sottolineare come con questa misura si vadano a trasferire risorse da chi lavora a chi non lavora e quanto sia evidente la sproporzione tra il contributo del Veneto alle casse dello Stato e il ritorno al territorio. Non solo: il problema è che alla pressione dell'Erario si aggiunge quella della burocrazia - conclude Valerio - Cito quanto fatto notare dalla nostra Confederazione alla Camera dei Deputati: nel rapporto internazionale che misura la facilità del sistema fiscale l'Italia si classifica ultima in Europa e 141esima nel mondo. È tutto tempo sottratto al lavoro».
Nicola Munaro
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