Città della Speranza: «Col Bo o ci fermiamo»

Sabato 9 Ottobre 2021
Città della Speranza: «Col Bo o ci fermiamo»
LA RICHIESTA
PADOVA «Abbiamo in progetto il raddoppio della Città della Speranza ma se l'Università non firma molliamo tutto, si può realizzare solo grazie alle loro competenze». Chi parla è Franco Masello, storico fondatore del centro di ricerca di cui oggi è consigliere.
Il progetto è pronto, la Fondazione ha speso 1,2 milioni per acquisire il terreno accanto all'attuale edificio. «Ma il Bo deve garantirci che trasferirà in quei locali alcuni dei suoi ricercatori, deve diventare un laboratorio importante e ci vuole uno scienziato di nome, altrimenti salta tutto».
Perchè tanta veemenza nel richiedere un accordo formale alla nuova rettrice Mapelli? «Vede, è successo che negli anni scorsi abbiamo fatto un accordo con il Dipartimento di Pediatria i cui ricercatori occupano tre piani. Diciamo che le circostanze poi li hanno visti agire diciamo così, con una certa indipendenza, troppa». Insomma in Fondazione stavolta richiedono la garanzia dell'Ateneo. Non è che l'interlocuzione in questi mesi sia stata ferma ma si attendeva l'arrivo della nuova rettrice per chiudere. «Anche perchè la Regione ci sta solo se ci sta anche il Bo» insiste Masello. Il progetto infatti dovrà essere presentato a Venezia con il coinvolgimento di Università e ospedale. I promotori sperano di avere tutte le autorizzazioni per fine anno.
«Fra noi c'è una grande aspettativa nei confronti del Bo per l'avvio di una grande progettualità collaborativa ma con stessa dignità da parte di chi investe nel sociale e di chi beneficia e utilizza l'investimento. Infatti chi mette i soldi e mette la propria faccia di fronte al pubblico a garanzia del trasparente utilizzo non può esimersi dal controllo delegandolo, come pretenderebbe il dipartimento di pediatria, con la gestione degli spazi dati in uso gratuito, alcuni dei quali usati in maniera impropria».
IL PROGETTO
Sono 11.915 metri quadrati quelli acquistati dal Consorzio Zip nella primavera di quest'anno per la seconda palazzina. Un investimento di 1,2 milioni di euro perchè questa volta il terreno non è stato regalato. Il nuovo edificio sarà più basso e più largo di quello attuale. Alto solo tre piani in un certo senso sarà più semplice da gestire. Si troverà nel parcheggio di fronte all'ingresso. Costerà dai 15 ai 25 milioni. L'obiettivo è di averlo pronto nel 2023. La professoressa Antonella Viola, direttore scientifico dell'Istituto di ricerca pediatrica che ha sede alla Città della Speranza (la Fondazione nell'ultimo bilancio ha approvato un impegno di 2,7 milioni nei confronti dell'Irp) ha già presentato un progetto condiviso con l'ad Luca Primavera. La palazzina sarà la sede del Centro internazionale di medicina mitocondriale che a regime potrebbe ospitare fino a 160 ricercatori in 10mila metri quadrati di laboratori. I mitocondri si trovano all'interno delle cellule. Il loro lavoro è produrre energia ma intervengono anche nelle infiammazioni e nella regolazione del metabolismo e sono fondamentali nelle disfunzioni che si trovano in tumori pediatrici e leucemie, tanto che la ricerca si sta concentrando su di loro. Da due anni a Padova lavora il professor Massimo Zeviani dei dipartimento di Neuroscienze uno dei più grandi esperti al mondo nella materia.
Ma per costruire ci vogliono i soldi. Dice Masello che sono state avviate due campagne. La richiesta di 5mila euro per ogni impresa del territorio per finanziare bandi di ricerca in ambito oncologico. Invece quella che riguarda il nuovo centro sarà nazionale. «Io spero che ci siano 1500 imprenditori disposti a mettere 100mila euro a testa per sostenerlo».
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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