Cesarina e Maria si arrendono al virus: attesi i sanitari militari

Domenica 29 Marzo 2020
Cesarina e Maria si arrendono al virus: attesi i sanitari militari
LA SITUAZIONE
MERLARA Venti decessi in quindici giorni: è un numero che fa impressione quello che arriva dalla casa di riposo di Merlara dove si attende con trepidazione l'arrivo dei paramedici dell'esercito. I primi cinque infermieri militari potrebbero arrivare in queste ore. Eppure non tutti sembrano rendersi conto della gravità della situazione: «C'è ancora troppa gente in giro sbotta dalla sua quarantena il sindaco Claudia Corradin, a cui i volontari della Protezione civile della Sculdascia hanno riferito di un via vai di gente a piedi . Non capiscono. Ci tocca passare per le strade con l'altoparlante raccomandando alle persone di stare a casa». Ieri alla già drammatica conta delle vittime si sono aggiunti altri due nomi: Maria Edessa, 81 anni, di Bovolenta e Cesarina Polidoro, 87 anni, di Boschi Sant'Anna (Verona).
LE VITTIME
Entrambe erano risultate positive al tampone fatto due settimane fa, ma mentre per Maria c'era la speranza che potesse farcela, tanto da chiederne il ricovero nel Covid hospital di Schiavonia, per Cesarina è apparso chiaro fin da subito che le sue condizioni non permettevano il trasferimento all'ospedale. La prima è morta venerdì sera a Schiavonia, la seconda si è spenta invece ieri mattina nel grande edificio bianco di via Roma, dove gli ospiti da 73 sono scesi a 51. Maria Edessa, nubile, di Bovolenta, ricoverata da 4 anni, è stata la storica segretaria di Olindo Berto, patron dell'omonima manifattura e tessitura. Lascia i fratelli Gabriele e Teresa, ma a ricordarla è il sindaco di Bovolenta, Anna Pittarello, nominata dal Tribunale di Rovigo amministratore di sostegno, per la gestione del patrimonio dell'anziana: «Ero quasi una dama di compagnia per la signora Maria. Quando andavo a trovarla in casa di riposo per lei era una festa, perchè si usciva insieme per andare a fare acquisti: vestiti, scarpe, rossetto. Maria era molto attiva nelle diverse attività che venivano organizzate per gli ospiti».
«Ogni vita che passa lascia sempre un segno» afferma Corradin ricordando che dietro le cifre terribili dell'epidemia ci sono persone con un volto e una storia, che non meritano di essere ricordate soltanto come numeri. «Maria era una persona a dir poco esplosiva. Diceva sempre quello che pensava» raccontano dal pensionato. Seduta all'ingresso della Residenza, con il rosario o il libro di preghiere in mano e quel tocco inconfondibile di rossetto sulle labbra: è così che vogliono ricordarla gli operatori, che con Cesarina invece comunicavano a gesti. Avevano imparato a leggere ogni sfumatura delle sue espressioni e dei suoi piccoli movimenti.
GLI ALTRI ANZIANI
«Ci sono un paio di altri anziani che sono in condizioni critiche spiega amareggiata Roberta Meneghetti, presidente del Centro servizi per anziani Pietro e Santa Sacrmignan Attendiamo con trepidazione l'arrivo del personale dell'esercito in modo che i dipendenti abbiano finalmente turni meno massacranti». Visto che la sanità civile e la Regione non avevano fornito l'aiuto richiesto, il sindaco aveva lanciato un Sos alla sanità militare, chiedendo al prefetto di Padova Renato Franceschelli l'invio di paramedici militari. Quindici gli uomini dell'esercito di cui il prefetto ha fatto richiesta al Ministero della Difesa e alla Protezione Civile nazionale: 5 sanitari e altre 10 persone di supporto logistico. Gli infermieri potrebbero arrivare già oggi.
Nel frattempo amministrazione e dirigenza della struttura hanno chiesto all'Ulss 6 di velocizzare i tamponi di controllo su chi era risultato positivo al primo screening. Alcuni dei 25 dipendenti contagiati (su un totale di 45) hanno già terminato le due settimane di quarantena, ma nessuno di loro è ancora rientrato in servizio, in attesa dell'esito dei test. Per poter tornare operativi, i lavoratori devono risultare negativi a due tamponi consecutivi. Finora i test messi a disposizione per Merlara erano soltanto dieci al giorno, da dividere tra gli anziani e il personale. E se la burocrazia ha tempi lenti, la solidarietà invece non si fa attendere: alle tante donazioni di dispositivi di protezione individuale ieri si è aggiunta quella di un anonimo benefattore che tramite il sindaco di Rovolon Maria Elena Sinigaglia ha regalato alla struttura 250 mascherine FFP2. La raccolta fondi online ha superato i 10mila euro in soli dieci giorni. «Nessuno si salva da solo, serve l'aiuto di tutti» esorta il sindaco Corradin.
Maria Elena Pattaro
(Ha collaborato
Nicola Benvenuti)
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