Certificato medico i volontari Cri se lo devono pagare: «Assurdo»

Mercoledì 25 Aprile 2018
IL CASO
PADOVA Obbligo di presentare il certificato di sana costituzione per svolgere attività in Croce rossa. Ma i volontari non ci stanno a sborsare di tasca propria da 50 a 70 euro.
ATTESTATO
L'emissione dell'attestato (come quelli per frequentare la palestrarci) non rientra nei livelli essenziali di assistenza, ma è prestazione libero professionale del medico di base. Quindi a carico dell'assistito. «Chi ci rimette sono sempre i volontari che, oltre a divisa, cibo e trasporto, ora devono pagare anche per un certificato che la Cri avrebbe potuto ottenere gratuitamente, così come avvenuto negli anni precedenti» lamentano alcuni volontari.
È infatti in vigore da luglio 2017 il nuovo regolamento nazionale della Cri sulla tutela della sicurezza e della salute dei volontari, che prevede che la prima acquisizione di informazioni relative alla salute del volontario venga effettuata tramite il medico di medicina generale nelle cui liste è iscritto, e per mezzo di apposito certificato anamnestico, accompagnato da una lettera esplicativa a firma del presidente del comitato e/o del medico responsabile del comitato. Il certificato anamnestico fornisce una prima fonte di informazioni sulla salute del volontario, ed è conservato dal Comitato Cri nel rispetto delle norme vigenti in materia di riservatezza di dati personali».
Così, vale per tutti. «Il monitoraggio delle condizioni di salute e di sicurezza dei volontari di Cri, oltre a soddisfare un obbligo normativo, trova il suo fondamento - scrive ai 1.600 iscritti alla Cri di Padova il presidente Giampietro Rupolo - nella dimensione etica delle attività promosse dall'associazione, e deve essere assicurata dall'impegno a realizzare un costante miglioramento delle condizioni nelle attività ordinarie e di emergenza». Chi non vuole pagare, tra le righe è invitato ad estenersi dall'esecuzione della prestazione, e a prendere tempo.
IDONEITÀ FISICA
L'inghippo è che le certificazioni di idoneità fisica all'impiego, così come quelle di idoneità alla pratica sportiva e al servizio civile, risultano totalmente escluse dai lei, i livelli essenziali di assistenza, quindi sono a pagamento ed è lo stesso medico a indicarne la tariffa. Alcuni volontari sono riusciti ad ottenerlo gratuitamente, il certificato, facendo leva su rapporti di amicizia con il camice bianco, altri si sono rifiutati di sovvenzionare quella che psicologicamente è percepita come una sorta di tassa sul volontariato. Da Padova è però partita una contromossa (vincente), mittente il presidente Rupolo, ricevente il presidente di Cri italiana Francesco Rocca: una proposta di modifica del regolamento.
«Nelle fonti normative primarie che tutelano la salute e la sicurezza nel mondo del lavoro non si fa specifico riferimento al medico di medicina generale, pertanto ho suggerito - argomenta Rupolo - che, al posto del dottore di base, nel regolamento venga citato un più generico medico di fiducia, questo per rispondere alla legge da un lato e dall'altro tutelare i volontari, evitando loro delle spese». E domenica, in sede di assemblea nazionale, la proposta padovana ha fatto bingo: è stata accolta, quindi il regolamento italiano verrà modificato come sollecitato da Rupolo. A tutto vantaggio della gratuità.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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