Caserma allo studio dell'università

Giovedì 27 Giugno 2019
Caserma allo studio dell'università
ABANO
Il calcio di inizio del percorso che porterà al recupero e trasformazione dell'ex base del Primo Roc di Giarre è un workshop di architettura. Avrà il compito di fornire idee sulle funzioni che l'importante area dovrà avere. L'accordo per il workshop con l'Università di Bologna, in particolare con la Scuola di Ingegneria e Architettura dell'ateneo felsineo, è stato annunciato ieri dall'amministrazione comunale. A metà del prossimo settembre i progetti saranno resi noti e, similmente a quelli di un analogo workshop tenuto dalla stessa istituzione universitaria e relativo a Viale delle Terme, saranno esposti in una mostra. «Insieme a Federalberghi abbiamo affidato questa operazione complessa all'Università di Bologna - ha detto il sindaco Federico Barbierato - in questi mesi ci sono già state delle interlocuzioni con alcuni privati interessati al Primo Roc ma è assolutamente prematuro parlarne. Il compito dell'università è anche quello stimolare la città a partecipare con idee alla definizione del progetto. Un progetto che in ogni caso dovrà essere coerente con l'idea di una città della salute, ospitale, green, dalla viabilità lenta, che svilupperemo nel Pat, e rispondere alle esigenze di tutta la cittadinanza».
ALLIEVI
Al momento sono una trentina gli studenti universitari che hanno aderito al workshop, altri potranno ancora farlo. «Si tratta di ragazzi del quarto e quinto anno del corso di studio - ha spiegato Giovanni Furlan, docente dell'Università di Bologna - l'11 luglio faranno un sopralluogo al Primo Roc e avranno la prima discussione con l'amministrazione e gli stakeholder. Dal 9 al 14 settembre a Cesena gli studenti elaboreranno i progetti che l'ultimo giorno saranno esposti all'amministrazione comunale e infine ci sarà la mostra degli elaborati. Il 4 settembre ci sarà la fase partecipativa in cui i portatori di interesse, categorie economiche, associazioni e altro, verranno inviatati a esprimere le loro idee sulla destinazione del Primo Roc. Per la sua posizione potrebbe avere una parte destinata a campus, un'altra per case collettive. Si può pensare che abbia un asilo, magari a servizio dei dipendenti Fidia e della cittadinanza. Credo però che la chiave dell'area sia il cohousing, ossia l'equilibrio tra l'autonomia della casa privata e la socialità degli spazi comuni». Marco Gottardo, direttore di Federalbeghi ha aggiunto una possibile funzione: «Una volta tutti i dipendenti alberghieri del bacino termale vivevano in zona. Ora, per il costo degli immobili e altre cause, non è più così. Al primo Roc potrebbero anche trovare spazio delle abitazioni da destinare a questi lavoratori. Apprezziamo il metodo e la volontà dell'amministrazione di arrivare alla definizione della trasformazione dell'ex base in modo partecipato». Il progetto finale del Primo Roc entrerà nel Pat e non c'è alcun pericolo che passino i 3 anni concessi dal Demanio senza che si arrivi a definire un progetto attuabile di valorizzazione dell'ex base che in sua mancanza tornerebbe alla Stato.
Alessandro Mantovani
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