Case occupate, chiesto il giudizio per 75

Sabato 20 Luglio 2019
Case occupate, chiesto il giudizio per 75
L'INCHIESTA
PADOVA Si sono chiuse le indagini attorno ad attivisti del Cpo Gramigna, esponenti delle nuove Brigate Rosse e decine di stranieri, accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale e ostacolo agli sfratti degli alloggi pubblici occupati abusivamente. Undici di loro, tra cui Maria Giachi l'insegnante di matematica dell'Alberti di Abano già indagata per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, sono finiti nei guai anche per associazione a delinquere. Il pubblico ministero Silvia Golin, titolare delle indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio per settantacinque persone. Il prossimo 19 dicembre il Gup Mariella Fino deciderà se mandare o meno alla sbarra i seguaci del diritto alla casa.
LE INDAGINI
Il 27 luglio dell'anno scorso polizia e carabinieri hanno sgomberato per sempre, dall'occupazione degli esponenti del Cpo Gramigna (centro popolare occupato), la palazzina di via Palestro di proprietà dell'Ater e data in gestione all'associazione Sordi Veneto. Persone non udenti che ad aprile dello stesso anno, erano state minacciate proprio dagli attivisti di estrema sinistra. Dalla liberazione dello stabile sono partite le indagini, ma la Procura teneva d'occhio i seguaci del diritto alla casa da mesi. Nel capo di imputazione sono stati contestati a loro carico oltre cinquanta casi, dal settembre del 2014 al gennaio del 2017, dove hanno impedito lo sgombero di alloggi pubblici occupati abusivamente. A incastrarli sono state una serie di intercettazioni telefoniche e i loro spostamenti registrati dagli uomini della Digos. Il meccanismo, secondo l'accusa, era sempre lo stesso: appena venivano a sapere di uno sgombero chiamavano i rinforzi per impedirlo. «Ciao domani alle 9 ci vediamo in zona Guizza per lo sfratto di Sana, in via Pindemonte 24», così un'intercettazione telefonica. Oppure in un messaggio sms Domani per chi vuole venire in macchina con Brahim allo sfratto, ci vediamo alle 8.30 in piazzetta. E quando servivano molti uomini per impedire lo sgombero da parte delle forze dell'ordine «Domani mattina ci sarà uno sfratto difficile veniamo in tanti a difendere Ahmed alle 8.30 in via Piave 28 a Selvazzano». Se poi come il 24 febbraio del 2015 c'erano due sgomberi da bloccare, si organizzavano in presidi gestiti proprio dalla professoressa Maria Giachi e da Andrea D'Amico. Nell'occasione scelsero di spedire il grosso degli arabi in via Mamiani alla Stanga. I due sono indagati per associazione a delinquere insieme a Lorenzo Redivo, Riccardo Chincarini, Francesca Calore, Francesco Pensabene, Martin Freiberger, Francesca Vegro, Ludovico Faret, Andrea Scantamburlo e Stefano Minore.
CHI SONO
Tra i 75 indagati c'è appunto la docente di matematica dell'istituto Alberti di Abano Maria Giachi di 30 anni, già indagata per gli scontri con polizia e carabinieri del 29 marzo di quest'anno. Poi figurano anche i due esponenti delle nuove Brigate Rosse, Andrea Scantamburlo di 55 anni e Massimiliano Toschi di 39 anni. Infine nei guai è finito anche Stefano Minore di 28 anni, indagato per avere pestato la sera del 15 giugno al Portello un ingegnere di Dolo mentre canticchiava un motivetto fascista e faceva il saluto romano.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci