Casa scout in ricordo di Giulia Spinello

Mercoledì 27 Maggio 2015
(L.Lev.) Sono passati due anni da quella tragica mattina del 31 maggio del 2013, quando Giulia Spinello è stata strappata all'amore di mamma, papà, e dei suoi fratelli. A soli 21 anni. Quella piovosa mattina di fine maggio, Giulia, studentessa all'Università, era uscita per andare dalla nonna, a qualche decina di metri da casa sua, in via Ceccarello a Santa Giustina in Colle. Fatti pochi passi, la studentessa venne agganciata da un Suv e trascinata per chilometri fino a via Petrarca a San Giorgio delle Pertiche, davanti all'abitazione della donna di 56 anni alla guida del Suv, sotto l'effetto di psicofarmaci, morta ad agosto dell'anno scorso per un tumore. Per non dimenticare Giulia e far rivivere il suo ricordo, la famiglia in questi due anni ha promosso molte iniziative, tra cui un concerto, una serata per le vittime della strada e la pubblicazione di un libro che raccoglie le testimonianze di chi ha conosciuto la giovane studentessa.
E ora un altro importante appuntamento: l'inaugurazione del nuovo centro di spiritualità all'abbazia camaldolese di Carceri d'Este, che sarà intitolato a Giulia Spinello, capo scout. La cerimonia avverrà domenica 14 giugno alle 10.30 alla presenza del vescovo di Padova Monsignor Antonio Mattiazzo. Per la gestione del centro è nata un'associazione, Centro spiritualità scout Carceri, costituita da Agesci, Avsc e Fse con uno spirito di collaborazione davvero senza precedenti. «Intitolare la sede degli scout alla nostra Giulia ci riempie il cuore di una gioia straordinaria - ha commentato la mamma Marina Martellozzo - gli scout per Giulia erano la seconda famiglia, e sapere che chiunque entrerà nella sede la ricorderà e penserà a lei per noi significa averla ancora qui, tra noi. Il dolore non passa, ma bisogna imparare a conviverci anche se è difficilissimo. Il libro a lei dedicato, le testimonianze che la ricordano e la fanno rivivere, e questa sede di spiritualità degli scout ci aiutano ad alleviare l'immenso dolore che portiamo nel cuore».

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