Bolidi esentasse, arriva la stangata

Mercoledì 8 Luglio 2020
L'OPERAZIONE
ESTE Un'importante operazione della Guardia di Finanza di Este ha permesso di smascherare una frode fiscale nelle importazioni dall'estero di auto di lusso usate. Su disposizione della Procura della Repubblica di Vicenza, è stata data esecuzione a otto decreti di perquisizione e a un decreto di sequestro preventivo, per un valore di quasi 2 milioni di euro. Sono così finiti nei guai due imprenditori padovani (uno iscritto all'anagrafe degli italiani residenti all'estero ma di fatto domiciliato a Montagnana e uno residente a Sant'Urbano) e quattro società di diritto estero, solo formalmente aventi sede in Bulgaria, in Croazia e in Slovenia, ma in realtà attive nel commercio di autovetture usate in Italia. I due imprenditori della Bassa Padovana, formalmente indagati, non avevano presentato le dichiarazioni fiscali: nei loro confronti è stato disposto il sequestro di beni per 2 milioni di euro, tra denaro contante (rinvenuto con l'ausilio di un cash dog, il cane addestrato a fiutare l'odore delle banconote), 14 conti correnti bancari e 14 immobili distribuiti tra la provincia padovana e quella vicentina. In uno di questi, in particolare, le Fiamme Gialle durante le perquisizioni hanno individuato uno yacht di lusso, che è finito a sua volta tra i beni sequestrati.
L'INDAGINE
L'indagine della Guardia di Finanza atestina era scattata nel luglio del 2019, con il supporto dei funzionari dell'agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In quella fase le Fiamme Gialle atestine hanno provveduto a porre sotto sequestro varia documentazione contabile ed extracontabile nelle province di Padova, Vicenza, Rovigo, Trento e Treviso, prelevata in uffici di commercialisti e agenzie automobilistiche. Le successive verifiche hanno permesso di appurare l'esistenza di un'organizzazione con base operativa nel vicentino, dedita alla commissione di reati fiscali e all'uso di atti falsi. Ma come funzionava l'inganno? In pratica i rivenditori, con la collaborazione di compiacenti agenzie automobilistiche, nonostante esercitassero a tutti gli effetti attività di commercio di autovetture usate, agivano piuttosto da privati. In altre parole, presentavano nei diversi uffici della motorizzazione dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà nelle quali attestavano, falsamente e interponendo società estere, di aver assolto negli stati dell'Est Europa gli obblighi impositivi relativi all'acquisto di circa 350 autoveicoli di grossa cilindrata. Mezzi di lusso che, in realtà, erano arrivati in Italia direttamente dalla Germania.
IL GUADAGNO
Questa operazione ha permesso all'organizzazione di sfruttare l'indebito risparmio d'imposta generato dall'Iva non versata e, così, di assumere una posizione dominante nel mercato nazionale degli autoveicoli di lusso. Si pensi che, in soli due anni, è stato creato un fatturato di oltre 13 milioni di euro, con la conseguenza della distorsione del principio di libera concorrenza. La Guardia di Finanza di Este ha potuto smascherare la frode fiscale attraverso meticolose indagini finanziarie, economiche e patrimoniali condotte anche all'estero, con l'interessamento delle Autorità Giudiziarie bulgare, croate e slovene, attraverso specifici Ordini di Indagine Europei.
GLI ACCERTAMENTI
All'attività di riscontro documentale si è aggiunta quella tecnica, che ha permesso di acquisire migliaia di messaggi Whatsapp e Messenger, dal momento che gli indagati usavano le chat come canali preferenziali. Il lavoro delle Fiamme Gialle, peraltro, non è finito qui. Sono infatti ancora in corso ulteriori accertamenti per 344 persone fisiche, ovvero gli acquirenti finali delle autovetture. Queste persone, infatti, sono ritenute responsabili di aver presentato, al momento delle importazioni dei veicoli esteri, delle false dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, con effetti sui provvedimenti di abilitazione alla loro circolazione. Anche le quattro società di diritto estero saranno perseguite secondo la specifica normativa relativa alla responsabilità amministrativa degli Enti.
Camilla Bovo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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