Banda di pusher finisce in cella: spacciavano coca agli universitari

Sabato 23 Febbraio 2019
STUPEFACENTI
PADOVA Il cavallino, il piccolo spacciatore di strada, riusciva a vendere circa 50 grammi di cocaina alla settimana ai suoi fedelissimi e giovani clienti delle piazze della Padova bene. Cinquanta grammi, per cento euro l'uno: un ricavo di 5mila euro totali che poi divideva con la coppia di intermediari e con il fornitore e tesoriere del gruppo, che in casa nascondeva anche proiettili per due tipi diversi di pistole. Dopo quasi un anno di controlli, intercettazioni e appostamenti, la Squadra mobile diretta da Mauro Carisdeo e dalla sua vice Barbara Nori ha stretto le manette ai polsi ai componenti della banda di spacciatori. In cella sono finiti Taieb Ben Sgaier, il cavallino, in Italia senza una dimora fissa, gli intermediari albanesi Altin Leka, 36 anni, e Brisilda Ahmetaj, 30, residenti a Vercelli, e il 35enne Elvis Mezini che nella sua casa di Ponte San Nicolò nascondeva i rifornimenti di droga e i proventi dello spaccio.
Le indagini, partite lo scorso aprile e supportate anche da attività tecniche di intercettazioni sia telefoniche che ambientali, hanno permesso di accertare la vasta e capillare attività illecita della banda criminale e di ricostruirne il metodo. Gli investigatori, dunque, hanno scoperto che il tunisino, Ben Sgaier, detto Toni, si occupava della vendita in strada della droga che acquistava dalla coppia di fidanzati albanesi, i quali, a loro volta si rifornivano dal connazionale residente a Ponte san Nicolò, incaricato anche di custodire nella propria abitazione sia lo stupefacente che il denaro incassato dalla vendita.
NESSUN DUBBIO
Le prove e le informazioni raccolte, anche grazie alle confessioni di alcuni clienti, hanno permesso l'arresto dei quattro spacciatori che vendevano la cocaina, circa mezzo etto alla settimana, a persone molto giovani che vivono o frequentano il centro storico. Si tratta, per la maggior parte, di studenti universitari. Non ci sono, invece, minorenni .
Come ulteriore prova della pericolosità della banda, gli agenti, durante l'esecuzione dei provvedimenti restrittivi a carico del grossista trentacinquenne, sono stati sequestrati non solo materiale idoneo al confezionamentodelle dosi di droga e la somma di 5000 euro, ritenuti provento dell'attività illecita ma anche due caricatori per pistola modello glock e di più di 60 proiettili calibro 9x21. Per questo Mezini è stato denunciato anche per illecita detenzione di munizioni.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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