Badante positiva: isolata la famiglia dell'anziano e tampone a tutti

Mercoledì 10 Giugno 2020
Badante positiva: isolata la famiglia dell'anziano e tampone a tutti
L'ALLARME
PADOVA Una badante è risultata positiva al Coronavirus e ora è scattata l'allerta per rischio focolaio. La donna di origini moldave è giunta una decina di giorni fa a Padova a bordo di un pullman, per prendere servizio a casa di una famiglia padovana e assistere un anziano. Accusando tosse, problemi respiratori e febbre, la badante ieri si è recata al pronto soccorso dell'ospedale per sottoporsi ad un controllo e al tampone orofaringeo.
L'INTERVENTO
Registrato il caso di positività, il dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 6 Euganea si è attivato per ricostruire i movimenti e intercettare i contatti stretti della donna. L'ente sanitario ha già preso contatti con la famiglia: è stato disposto tampone e isolamento domiciliare per tutti i componenti. Intanto si stanno cercando altri contatti della donna, compresi i passeggeri che hanno condiviso con lei il viaggio in pullman dalla Moldavia. «Le positività ai tamponi ormai sono occasionali ha detto ieri il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Daniele Donato - ma dobbiamo tenere alta l'attenzione. Bisogna continuare a rispettare tutte le norme di sicurezza. In ospedale registriamo una riduzione significativa delle persone positive ricoverate, tra qualche giorno sospendiamo anche l'utilizzo di una Tac dedicata ai pazienti Coronavirus». Ogni giorno i laboratori di Microbiologia dell'Azienda ospedaliera processano circa 6mila tamponi da tutto il Veneto. E sono arrivati due nuovi macchinari che raddoppieranno la capacità di analisi dei campioni.
IL RISCHIO
Durante l'emergenza Coronavirus anche il mondo dell'assistenza privata dedicata ad anziani e disabili ha dovuto organizzarsi per fronteggiare il rischio contagio. Come ha fatto la Cooperativa sociale Perla Badante, con sede in via Chiesanuova a Padova. «Una settimana prima che il governo annunciasse il lockdown spiega il titolare Carlo Cariglia ne abbiamo attuato uno calato sulle nostre necessità. Per contratto ogni badante ha diritto almeno ad un giorno di riposo, abbiamo invitato tutte a passarlo in casa e non avere contatti con estranei. Un continuo andirivieni sarebbe stato rischioso, da un lato per le operatrici e dall'altro per gli assistiti. Abbiamo chiesto questo sacrificio per il bene di tutti e siamo stati compresi. Il tempo poi ci ha dato ragione, questa prima mossa è stata indubbiamente vincente». Fondamentale anche l'uso dei dispositivi di protezione individuale. «Durante la fase iniziale si faceva fatica a reperire mascherine sul mercato ammette Cariglia - Così mi sono guardato attorno e ho cercato di farmele in casa. Le ho commissionate ad un'azienda del padovano, non sono marchiate Ce, ma sono state testate dal laboratorio del Bo. Ho distribuito immediatamente e capillarmente mascherine e guanti a tutte le operatrici».
LO SCENARIO
La Cooperativa ha poi attivato una chat su WhatsApp a tema Coronavirus. «Gran parte delle badanti è di origine straniera e, pur parlando l'italiano, fa fatica a cogliere le sfumature e i tecnicismi della lingua scritta aggiunge il titolare -. Per questo motivo ho aperto una chat dedicata alle comunicazioni sul Coronavirus, dove ho postato tutti i documenti e le informazioni più importanti. Ho cercato di inserire anche le traduzioni in arabo e in rumeno in modo da facilitare la comprensione». La Cooperativa ha anche sostenuto dal punto di vista economico coloro che si sono ritrovate senza lavoro durante il lockdown. «Siamo stati bravi ma anche fortunati, quello che potevamo l'abbiamo fatto al meglio ammette Cariglia . Abbiamo assistito a domicilio una coppia di anziani poi risultata positiva al Coronavirus, ma la loro badante non è stata contagiata».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci