Avruscio: «Colto il nostro disagio, ora vanno valorizzati gli specialisti»

Mercoledì 13 Novembre 2019
Avruscio: «Colto il nostro disagio, ora vanno valorizzati gli specialisti»
LE REAZIONI
PADOVA Per mesi è andato rivendicando l'importanza dei medici ospedalieri, costretti a portare una croce. Giampiero Avruscio, direttore dell'Unità operativa complessa di Angiologia dell'Azienda ospedaliera, referente dell'Anpo, Associazione nazionale primari ospedalieri, ne ha fatto una battaglia di categoria, spezzando a più riprese una lancia per i camici bianchi non universitari, «per le condizioni di scarsa valorizzazione sicuramente legata alla contrattazione nazionale, ma in parte anche alla carenza di fondi integrativi regionali. Per i dottori che «preferiscono scegliere strade più gratificanti, sia di carriera che economica, diverse dal ruolo di dipendenti ospedalieri, dove l'elevato peso assistenziale, la complessità di patologie affrontate e l'altrettanto elevato rischio clinico, li espongono più di ogni altra categoria medica, a sopportare ore di lavoro aggiuntive non valorizzate, ad accumulare ferie per esigenze di servizio per non lasciare sguarniti i reparti ed i servizi, a contrarre salati contratti assicurativi per difendersi dalle continue denunce soprattutto nei settori più a rischio come le chirurgie, le rianimazioni, i pronti soccorso». Ieri, all'annuncio della volontà di rideterminare i fondi, Avruscio ha stappato una bottiglia di quello buono. «Con questo emendamento finalmente i medici dell'Azienda ospedaliera universitaria, e spero anche i dirigenti non medici e tutto il personale, non risulteranno più i peggio pagati del Veneto. Vuol dire che la Regione - rendiconta l'angiologo - ha colto intelligentemente l'enorme disagio che da tempo denunciavo. Certo non ci compensa del pregresso di anni di discriminazione, ma è senz'altro un passo importante e positivo e ci piacerebbe che nel futuro i fondi fossero determinati anche sulla base della complessità assistenziale e sulla classificazione del rischio clinico dove nelle realtà cosiddette hub come la nostra sono elevatissimi, e non succeda per il futuro che i nostri medici chiamati ad accogliere pazienti con le patologie più complesse o in consulenza chiamati da altri ospedali, continuino ad essere valorizzati meno dei loro colleghi». Soprattutto ora, rileva «che il Governo e la Regione hanno scelto l'Azienda ospedaliera universitaria di Padova per aiutare a risolvere i problemi sanitari della Calabria».
IL PLAUSO
Ad applaudire è anche l'Anpo regionale, nella persona della presidente Flora Alborino: «Si è riusciti a sanare una situazione pesante per l'Azienda ospedaliera, la Regione ha dimostrato una certa sensibilità ma mi preme sottolineare come questo riconoscimento abbia anche un significato più ampio. Per risolvere la crisi, ed è inutile negarla, del medico ospedaliero, il primo passo è riconoscere e valorizzare le sue capacità: la professione è sotto organico, ha turni pesanti, è sempre sottopressione, tanto è vero che c'è una fuga dagli ospedali e i giovani, come primo obiettivo, l'ospedale non lo scelgono. Speriamo che questo sia un segnale per tutti i medici ospedalieri, dentro e fuori il Veneto, a maggior ragione adesso che la preintesa sul nuovo contratto, dopo dieci anni di attesa, è stata deludente». Filppo Marino del sindacato dei medici Cimo ricorda come il problema sia di vecchia data: «Correva l'anno 2012 quando la Cimo sollevò la questione per la prima volta, da allora non era mai successo nulla. Questo emendamento è sicuramente cosa buona, forse siamo arrivati alla conclusione di una lunga attesa, speriamo che le posizioni vengano riviste e venga dato merito, anche economico, ai medici che a Padova lavorano tanto e con molto rischio professionale. L'Azienda ospedaliera - conclude Marino - segue le patologie più complesse, ci voleva un riconoscimento di questo grande sforzo».
F.Capp.
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