ABANO
Tentativo di furto ancora tutto da chiarire, l'altra notte, ai danni della concessionaria F.A. Automobili di via Armando Diaz. Numerosi i punti interrogativi, a partire dalle reali intenzioni dei malviventi. Rubare alcune auto posteggiate nel piazzale oppure utilizzarne una come ariete per sfondare l'ingresso? Unica certezza, i ladri sono fuggiti a mani vuote. Ad agire, una banda di quattro persone arrivate a bordo di un furgone Fiat Ducato. Erano tutti a volto scoperto. «Il nostro impianto di videosorveglianza ha ripreso l'intera azione racconta Fausto Zeccagno, titolare della concessionaria - che inizia esattamente alle 23,27. Hanno parcheggiato il furgone in una stradina laterale e poi tentato di forzare il cancello secondario. Non ci sono riusciti e l'hanno scavalcato. Si muovevano con calma e assoluta sicurezza». I quattro hanno il volto solo parzialmente coperto dai baveri dei giubbotti ma i lineamenti restano comunque sempre nell'ombra. I gesti sono calmi, misurati.
IL RACCONTO
«Appena entrati nel cortile continua Zeccagno riescono a mettere in moto una Range Rover. Non riesco a capire come abbiano fatto. Per aprire e avviare quel modello serve una scheda. Forse sono riusciti a clonarla oppure avevano una card universale». Ma nel manovrarla, lo pneumatico anteriore sinistro cozza contro un cordolo e si lacera. Il fuoristrada è inutilizzabile, però la banda non si perde d'animo. I malviventi scavalcano nuovamente il cancello, si introducono nel cortile di un'abitazione dall'altra parte della strada e forzano il garage dove il proprietario tiene un trapano, un flessibile e un martello pneumatico. I quattro se ne impadroniscono, chiaramente decisi a usarli come arnesi da scasso. A quel punto però, i loro armeggi attirano l'attenzione di alcuni vicini che informano Zeccagno, che abita poco lontano, e il 112. Quando la gazzella arriva sul posto, i ladri riescono a dileguarsi rapidamente nelle vie del quartiere, abbandonando sul posto furgone e attrezzi appena trafugati. Sono esattamente le 23,57, secondo il contatempo delle telecamere esterne. Titolare e militari dell'Arma effettuano un primo sopralluogo.
Quindi Zeccagno si reca in caserma per sporgere denuncia. Ed è ancora lì quando, attorno alle 3 del mattino, suona l'allarme esterno della concessionaria. Ritorna precipitosamente assieme ai carabinieri, ma non trova traccia di intrusi. «Abbiamo perlustrato l'area da cima e fondo prosegue ma non abbiamo individuato segni di effrazione. Si trattava di un gruppetto deciso e molto professionale, che non si è fatto intimorire neppure dall'arrivo della pattuglia». Vi sono però alcuni particolari da mettere a fuoco. Per cominciare, il vero scopo dell'incursione notturna.
Gli investigatori al momento propendono più per il furto d'auto che per il tentativo di spaccata; non è escluso che i ladri fossero in quattro per impadronirsi di altrettante auto. Resta inoltre da capire se l'allarme sia scattato a causa di un secondo tentativo di intrusione, come sospetta Zeccagno, o per un guasto. I militari dell'Arma ipotizzano che la banda potesse contare sull'appoggio di altri complici a bordo di un secondo veicolo, utilizzato come vedetta, e servito per recuperarla. Il furgone Fiat Ducato, di proprietà di una ditta di Ponte San Nicolò, era stato rubato a Selvazzano alcuni giorni fa.
Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA Tentativo di furto ancora tutto da chiarire, l'altra notte, ai danni della concessionaria F.A. Automobili di via Armando Diaz. Numerosi i punti interrogativi, a partire dalle reali intenzioni dei malviventi. Rubare alcune auto posteggiate nel piazzale oppure utilizzarne una come ariete per sfondare l'ingresso? Unica certezza, i ladri sono fuggiti a mani vuote. Ad agire, una banda di quattro persone arrivate a bordo di un furgone Fiat Ducato. Erano tutti a volto scoperto. «Il nostro impianto di videosorveglianza ha ripreso l'intera azione racconta Fausto Zeccagno, titolare della concessionaria - che inizia esattamente alle 23,27. Hanno parcheggiato il furgone in una stradina laterale e poi tentato di forzare il cancello secondario. Non ci sono riusciti e l'hanno scavalcato. Si muovevano con calma e assoluta sicurezza». I quattro hanno il volto solo parzialmente coperto dai baveri dei giubbotti ma i lineamenti restano comunque sempre nell'ombra. I gesti sono calmi, misurati.
IL RACCONTO
«Appena entrati nel cortile continua Zeccagno riescono a mettere in moto una Range Rover. Non riesco a capire come abbiano fatto. Per aprire e avviare quel modello serve una scheda. Forse sono riusciti a clonarla oppure avevano una card universale». Ma nel manovrarla, lo pneumatico anteriore sinistro cozza contro un cordolo e si lacera. Il fuoristrada è inutilizzabile, però la banda non si perde d'animo. I malviventi scavalcano nuovamente il cancello, si introducono nel cortile di un'abitazione dall'altra parte della strada e forzano il garage dove il proprietario tiene un trapano, un flessibile e un martello pneumatico. I quattro se ne impadroniscono, chiaramente decisi a usarli come arnesi da scasso. A quel punto però, i loro armeggi attirano l'attenzione di alcuni vicini che informano Zeccagno, che abita poco lontano, e il 112. Quando la gazzella arriva sul posto, i ladri riescono a dileguarsi rapidamente nelle vie del quartiere, abbandonando sul posto furgone e attrezzi appena trafugati. Sono esattamente le 23,57, secondo il contatempo delle telecamere esterne. Titolare e militari dell'Arma effettuano un primo sopralluogo.
Quindi Zeccagno si reca in caserma per sporgere denuncia. Ed è ancora lì quando, attorno alle 3 del mattino, suona l'allarme esterno della concessionaria. Ritorna precipitosamente assieme ai carabinieri, ma non trova traccia di intrusi. «Abbiamo perlustrato l'area da cima e fondo prosegue ma non abbiamo individuato segni di effrazione. Si trattava di un gruppetto deciso e molto professionale, che non si è fatto intimorire neppure dall'arrivo della pattuglia». Vi sono però alcuni particolari da mettere a fuoco. Per cominciare, il vero scopo dell'incursione notturna.
Gli investigatori al momento propendono più per il furto d'auto che per il tentativo di spaccata; non è escluso che i ladri fossero in quattro per impadronirsi di altrettante auto. Resta inoltre da capire se l'allarme sia scattato a causa di un secondo tentativo di intrusione, come sospetta Zeccagno, o per un guasto. I militari dell'Arma ipotizzano che la banda potesse contare sull'appoggio di altri complici a bordo di un secondo veicolo, utilizzato come vedetta, e servito per recuperarla. Il furgone Fiat Ducato, di proprietà di una ditta di Ponte San Nicolò, era stato rubato a Selvazzano alcuni giorni fa.
Eugenio Garzotto