Antonio, l'ultimo degli ex internati «Un uomo buono, di grande fede»

Venerdì 4 Dicembre 2020
Antonio, l'ultimo degli ex internati «Un uomo buono, di grande fede»
LA STORIA
PONTELONGO Nuovo lutto per Covid a Pontelongo, che piange Antonio Scopel, 97 anni, l'ultimo ex internato nei campi di prigionia tedeschi del secondo conflitto mondiale. «Papà si è sentito poco bene nella giornata di domenica e quando sono arrivata a casa sua mi sono subito accorta che faceva fatica a respirare», racconta la figlia Marilita. «Abbiamo chiamato il 118 che lo ha accompagnato subito al Pronto Soccorso, dove già i medici sospettavano l'infezione da Coronavirus, che poi il tampone ha confermato. E' stato quindi ricoverato, i medici ci avevano detto subito che le sue condizioni erano molto gravi e alle 19.30 di mercoledì ha chiuso gli occhi per sempre. Abbiamo perso un uomo buono, semplice, innamorato della sua famiglia, dei suoi campi e con una grande fede che ha trasmesso anche a noi», aggiunge la figlia. Antonio Scopel era nato a Pontelongo il 23 ottobre 1923 e l'11 novembre 1948 aveva sposato la moglie Bruna, una unione durata ben 72 anni anni, dalla quale sono nati i figli Marilita e Marino. Scopel è sempre stato agricoltore, lo stesso mestiere esercitato dal padre, ma soprattutto era devoto della Madonna, che era convinto lo avesse salvato da fame, freddo e tribolazioni, patiti nel corso dei due anni trascorsi in Germania, prigioniero delle forze armate hitleriane, dopo l'8 settembre del 1943.
«Papà nei primi anni non amava parlare di questa terribile esperienza, ma con il passare del tempo invece si soffermava con figli e nipoti, evidenziando sempre che in tutte difficoltà che aveva superato vi era la mano divina, della Madonna in particolare», spiega Marilita Scopel. Da parecchi anni Antonio e Bruna si erano stabiliti in centro a Pontelongo, lasciando la zona rurale dove avevano vissuto a lungo. E' rimasto sempre lucido fino alla fine, anche se gli acciacchi lo costringevano ormai da tempo a letto, curato e coccolato dall'amata consorte e dai due figli, che si sono sempre alternati nell'accudire il papà. Marilita ama raccontare un fatto successo al padre: «Parecchi anni fa era stato ricoverato in ospedale e mettendo in fallo un piede era caduto, procurandosi una grave ferita alla testa, da allora si sono presentati progressivi problemi di deambulazione, ma ha sempre conservato una perfetta lucidità. La Madonna, diceva papà, gli era venuta in soccorso tre volte: la prima nella prigionia in Germania, la seconda quando finì nel fosso con il trattore durante il lavoro di agricoltore, ribaltandosi, ma restando miracolosamente illeso e la terza con la caduta in ospedale, che nonostante la gravità, gli aveva lasciato una perfetta lucidità». Una vita lunga quella di Antonio Scopel, semplice, perché ritmata dalla vita dei campi, sicuramente non facile nelle campagne piovesi, dove la povertà negli anni pre e post bellici era una regola. A Pontelongo poi buona parte della vita del paese era ed è legata allo zuccherificio da un lato e al Molino Rossetto dall'altra, le due attività imprenditoriali che hanno valorizzato proprio il lavoro agricolo del territorio. «I ritmi del tempo erano scanditi dal lavoro e dalla preghiera per mio papà, non solo da anziano, ma anche da giovane», aggiunge Marilita sull'onda del ricordo del papà, di cui stringe un foto con un volto dolce e sorridente, di uomo buono e devoto. «Qualche anno fa il vescovo Claudio è stato in visita pastorale a Pontelongo e in quell'occasione aveva fatto visita a papà», dice la figlia. «Era orgoglioso che il vescovo fosse entrato a casa sua e con una battuta simpatica affermava che così gli aveva allungato la vita. E invece il Covid se lo è preso in pochi giorni», conclude la donna commossa. I funerali di Antonio Scopel saranno celebrati nella chiesa parrocchiale di Sant'Andrea domani.
N.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci