«Alle Terme abbiamo locali piccoli, se dobbiamo togliere posti è la fine»

Domenica 18 Aprile 2021
«Alle Terme abbiamo locali piccoli, se dobbiamo togliere posti è la fine»
ABANO/MONTEGROTTO
Soddisfazione molto moderata. Questo il sentimento dei titolari dei locali pubblici del bacino termale euganeo alla notizia della parziale riapertura ai clienti delle loro attività, decretata dal governo per il 26 aprile. Se infatti la categoria tira un sospiro di sollievo per la possibilità di tornare a servire all'esterno, perplessità e in alcuni casi aperta preoccupazione viene espressa per il limite - giudicato troppo severo dei due metri di distanziamento imposti a chi si vuole accomodare all'interno.
Un atteggiamento dovuto al fatto che molti locali, fra Abano e Montegrotto, hanno superfici estremamente ridotte. «Ho la sensazione che ci abbiano consentito di riaprire legandoci le mani è il primo commento a caldo di Renato Santi, dell' Americanino che si affaccia sull'isola pedonale di Abano, proprio di fronte ai giardini dell'ex hotel Orologio - La mia attività misura trentasei metri quadri. E non posso effettuare degli interventi per allargare gli spazi spostando l'arredamento. Certo prosegue fra qualche giorno potrò servire i clienti all'aperto, anche se ho pochi tavolini. E per fortuna sta per arrivare la bella stagione. Ma se per caso si mette a piovere, io che faccio? Sono costretto a chiudere. Spero conclude Santi che sia possibile introdurre delle deroghe, magari da parte dell'amministrazione comunale».
Sulla stessa lunghezza d'onda Sabrina Pedrini, titolare del Ripasso Wine Food di Corso Terme a Montegrotto. «Francamente, al momento non mi fido esordisce - Da qui al 26 aprile possono ancora accadere molte cose. E troppe volte abbiamo assistito ad annunci seguiti da marce indietro. Spero che questa sia la volta buona». Lo scorso gennaio, l'esercente aveva aderito alla protesta organizzata dal movimento #ioapro, decidendo di rischiare una sanzione di 400 euro e la chiusura per cinque giorni se avesse aperto alla clientela, invece di limitarsi a garantire il solo servizio di asporto.
«Ora il governo ci dice che possiamo tornare a servire in una situazione quasi normale. Certamente, per gli avventori all'esterno non prevedo problemi, mantenere il distanziamento di un metro non crea particolari difficoltà. Il discorso cambia per l'area interna. Per assicurare i due metri dovrò togliere un tavolo. E anche allora, la gestione sarà complessa. Il locale è piccolo. Ma se ci consentono di riaprire sottolinea dopo non si deve più tornare indietro. Economicamente, sarebbe il tracollo. Io, per esempio, sono subentrata alla precedente gestione il primo marzo 2020 e pochi giorni dopo tutta Italia è finita in zona rossa. Con il solo asporto riesco a incassare 40, 50 euro al giorno. Adesso aprono la gabbia, ma se la richiudono è la fine. E' questa la mia paura». Appare un po' più ottimista Patrizia Brusamento, del locale Peccati di Gola che si affaccia sul Parco urbano termale di Abano. «Mi ritengo fortunata, rispetto a molti miei colleghi. Posso disporre di un ampio plateatico dichiara e anche la sala interna è sufficientemente grande da garantire il distanziamento di due metri, al massimo toglierò qualche tavolino. Di sicuro, però, le incertezze restano molte. Speriamo che con l'aumento delle vaccinazioni questa sia la ripartenza definitiva».
Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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