Affari ancora in calo in 500: «Chiudiamo»

Sabato 24 Agosto 2019
LA SITUAZIONE
PADOVA Una crisi senza fine che lascia nello scoramento gli stessi negozianti. Il polso l'ha tastato la Confesercenti che il 13 agosto ha concluso un sondaggio su 250 fra le 10mila piccole imprese, dal commercio all'ambulantato, dai bar ai pubblici esercizi, di tutto il territorio: ebbene il 5% ha risposto di voler chiudere entro l'anno. Sono quasi 500 esercizi. Il 10% dichiara di tenere aperto solo in attesa della pensione (altri mille). Mentre nei primi sei mesi del 2019, otto commercianti su dieci hanno subito una diminuzione delle vendite, soprattutto nell'abbigliamento. Guardando le tabelle si evince che quasi quattro su dieci meditano di lasciare il campo. Una disfatta. Ma anche che uno su quattro ci crede ancora e continua a investire. Anche se solo il 15,3% meno di 2 ogni dieci, dichiara di avere avuto degli incrementi di volume.
CHI SOFFRE DI PIÚ
La moda ha sofferto molto. Ben il 51,9% dichiara di avere avuto una diminuzione delle vendite superiore al 10% ed un altro 25% di avere avuto comunque una diminuzione. Anche tra i negozi del settore alimentare le vendite al dettaglio hanno subito una contrazione. Il 36,4% denuncia una forte contrazione ed il 13,6% comunque una diminuzione. I segnali negativi arrivano soprattutto dalle carni, dall'ortofrutta e dalle panetterie mentre danno indicazioni positive i negozi con prodotti di gastronomia e quelli di vini. Segnali discretamente positivi dai pubblici esercizi in particolare bar e locali serali dedicati al tempo libero. In questo settore il 9,8% ha avuto un incremento consistente delle vendite ed un altro 18% un incremento. Per quanto riguarda le aree sono l'area termale l'area Centrale e Padova quelle dove le imprese dichiarano una maggiore diminuzione delle vendite. In generale i negozi più anziani soffrono di più.
NICOLA ROSSI
«Il primo semestre del 2019 si è dimostrato, per le vendite al dettaglio, tra i peggiori dal 2011. Su questo dato hanno inciso clima, deregolamentazione degli orari, l'espansione incontrollata della distribuzione organizzata che oggi occupa spazi con le strutture della media distribuzione senza regole d'insediamento, l'e-commerce e soprattutto la diminuzione dei consumi: la capacità di spesa delle famiglie è diminuita di quasi 5 punti percentuali in questi 8 anni» dice il presidente di Confesercenti Nicola Rossi. «Ricordo che i negozi sono la luce, la vita delle nostre città dei nostri centri storici e centri urbani: non possiamo permettere che si spengano».
LA RICETTA
«Il lavoro fatto con molte amministrazioni comunali della provincia, Padova in primis per disegnare e progettare i futuri distretti del commercio rappresenta un tassello importante ma è necessario fare di più - continua - aumentare le risorse pubbliche a favore del recupero delle attività commerciali e ridurre le imposte locali. Definire processi di interazione con proprietari immobiliari per l'accessibilità come canoni di locazione legati alla redditività dell'impresa. Introdurre regole di sviluppo anche socio-economiche per la media distribuzione».
«Investire a livello locale su nuove strategie di sviluppo anche attraverso l'adozione di figure professionali altamente qualificate, ad esempio il manager del distretto commerciale deve essere una figura stabile e non solo legato ai bandi della Regione. Premiare a livello locale politiche ed iniziative di aggregazione. Sostenere agenzie di marketing territoriale. Promuovere la condivisione dei servizi tra i comuni più piccoli per garantire una maggiore efficienza sia nel marketing, sia negli eventi ma soprattutto nelle aggregazioni di area, di filiera, di servizio tra le piccole imprese della provincia».
Mauro Giacon
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