Acqua nel vino? Esplode la rivolta dei produttori di Coldiretti

Mercoledì 23 Giugno 2021
Acqua nel vino? Esplode la rivolta dei produttori di Coldiretti
CERVARESE SANTA CROCE
É un no corale quello che si è alzato ieri dall'assemblea provinciale di Coldiretti Padova a Cervarese Santa Croce contro l'ultima invenzione di Bruxelles per il settore enologico: togliere l'alcol dal vino ed aggiungere acqua. Un settore quello della produzione del vino già sotto attacco con la proposta di introdurre etichette allarmistiche per scoraggiarne il consumo.
La provincia di Padova vanta una consolidata vocazione vitivinicola di qualità con quasi 6.800 ettari di vigneti, 3.600 imprese viticole impegnate nella produzione di oltre 900mila quintali di vino, in gran parte a denominazione di origine Doc e Docg, sia sui Colli Euganei che in pianura. L'ipotesi di svilire la produzione enologica con l'introduzione del vino annacquato e senza alcol trova la ferma opposizione dei produttori che nei mesi scorsi hanno bocciato anche altre proposte che non tengono conto dell'identità e della distintività del vino made in Italy e del lavoro dei produttori sul fronte della qualità.
LA DIFESA
«La schizofrenia creativa dell'Unione Europea non smette di stupirci ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova - e arriva a proposte come quella di allungare il vino con l'acqua e mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino. Stiamo combattendo una nuova battaglia contro chi vorrebbe togliere l'alcol dal vino ed aggiungere acqua per scoraggiarne il consumo. Il giusto impegno per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate».
In difesa del vero vino del territorio a fianco di Coldiretti si schierano anche i consiglieri regionali Elisa Venturini e il veronese Alberto Bozza, firmatari della mozione in Consiglio Regionale per sollecitare «l'adozione di iniziative per la tutela del comparto vitinicolo e del consumatore e agire in sede europea affinché il prodotto dealcolato non sia definito vino ma sia identificato con il termine bevanda a tutela del consumatore», con l'esclusione dei vini a marchio da questa pratica. «É un segno importante di attenzione verso la viticoltura padovana e veneta aggiunge Bressan una vera e propria eccellenza riconosciuta a livello internazionale che non può essere svilita da iniziative discutibili». «Meglio sarebbe aggiunge Tino Arosio, direttore di Coldiretti Veneto che l'Unione Europea lavorasse per un programma di ulteriore qualificazione del vino, che la riaffermi a livello globale, come la culla della cultura del vino con una biodiversità che va difesa e non annacquata».
Barbara Turetta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci