Accuse con nomi e cognomi: è ancora scontro sul caso di don Marino

Martedì 4 Febbraio 2020
ALBIGNASEGO
«Vergognatevi e restituite i soldi. Ladri». Accuse pesantissime e, per la prima volta, corredate di nomi e cognomi sono apparse tramite un volantino nel quartiere San Lorenzo, piagato dalla faida tra i sostenitori di don Marino Ruggero e coloro i quali sono additati come i responsabili del suo allontanamento. La bagarre fino a pochi giorni fa si era giocata sul filo di attacchi, insulti e frecciatine lanciate in forma anonima ad altrettanto anonimi destinatari. Poco importa se in un piccolo rione tutti sappiano chi sono le persone chiamate in causa, poiché ora la vicenda potrebbe passare alle vie legali. Il volantino è stato trovato nel fine settimana in un locale pubblico. Vergato a mano, non porta firma, ma accuse granitiche. Cinque i nomi, al vetriolo i toni a partire dall'incipit: Finalmente è stato colpito il marcio. Al centro non tanto le presunte relazioni femminili per le quali don Marino si trova sotto processo canonico ma, ancora una volta, i soldi. Soldi che una ristretta cerchia di persone attive durante la reggenza di don Carlo Daniele è accusata di aver intascato. E poi inviti a cambiare paese, a tenere in casa i parenti, a non ficcanasare. Un messaggio finito sotto gli occhi di molti, con qualcuno che è ora intenzionato a sporgere querela per diffamazione. «Vengono prese di mira persone oneste, che hanno sempre lavorato gratuitamente per la parrocchia e con massima trasparenza - fanno sapere alcuni degli interessati - siamo arrivati ad accuse che sembrano minacce, ma sono del tutto infondate: durante la gestione di don Carlo sono state realizzate opere per sei milioni e l'indagine nata dalla querela di don Marino per la presunta sparizione dei registri non ha mostrato irregolarità». A premere ai destinatari del biglietto è proprio la posizione di don Carlo, di cui difendono l'operato, molto diverso nei modi rispetto a don Marino: «Don Marino è un trascinatore, fa l'amico prima ancora che il sacerdote. Don Carlo era diverso, certamente burbero, ma oggi tanti lo ringraziano. Non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno, la parrocchia è sempre stata aperta e anche allora era frequentatissima. Se chi oggi dice il contrario all'epoca non la frequentava, come fa a sapere che non era così? Molti, anche dalle parrocchie che don Marino ha guidato in precedenza, hanno dichiarato di aver vissuto fratture simili tra pro e contro. Quel che è certo è che il discorso economico non è che una scusa per sviare l'attenzione dalle accuse che la Curia gli muove, di cui ha evidentemente le prove e che rendono tutto il resto un contorno creato ad hoc».
Serena De Salvador
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