Acciaio, legno e rame: prezzi alle stelle e tante difficoltà

Venerdì 7 Maggio 2021
Acciaio, legno e rame: prezzi alle stelle e tante difficoltà
I TIMORI
PADOVA Si aggrava il problema relativo al reperimento e ai costi delle materie prime, con prezzi alle stelle che rischiano di azzoppare la ripresa. Se il rame da aprile ha visto raddoppiare il prezzo, passando da cinquemila a diecimila euro a tonnellata, così il rincaro dell'alluminio ha toccato il 30%, quello dell'acciaio addirittura il 70%. Una nuova tegola si abbatte dunque su imprese manifatturiere che, nonostante il Covid, il calo dei consumi e le crisi internazionali, erano riuscite fino ad ora a reggere, ricavandosi nicchie di mercato e mantenendo stabili i livelli occupazionali. Ma che ora faticano a trovare materie prime a costi accessibili o a trovarle del tutto. L'allarme viene da Cna Padova, che sta raccogliendo in questi giorni numerose segnalazioni di artigiani e piccoli imprenditori associati e che chiede al governo di attivarsi affinché, grazie allo strumento del Recovery Plan, la dimensione manifatturiera dell'Italia non sia dimenticata.
«È una situazione trasversale a tutte le materie prime: acciaio, plastica, legno, rame afferma Matteo Rettore, segretario provinciale della Cna di Padova -. Sembra che tutto sia stato razionato, si faticano a trovare e i loro costi sono schizzati alle stelle. Lo scorso anno assistevamo al prezzo negativo del petrolio e oggi ci confrontiamo con il raddoppio dei prezzi di mercato di novembre». Ma non finisce qui. «Il problema non è solo il prezzo, ma anche la qualità dei semilavorati aggiunge Rettore -. La lavorazione viene spesso fatta all'estero: alcune tipologie di materiali hanno qualità inferiori e quindi male si adattano agli standard che permettono alle nostre aziende di stare sul mercato».
Tante le testimonianze degli imprenditori padovani in difficoltà. «Nel nostro settore elettromeccanico, anche con il Covid avevamo avuto crescite importanti di fatturato. Ma ora ci troviamo in una situazione disperata - spiega Guerrino Gastaldi, co-fondatore di Tecnoplastic, azienda di Saonara -. Il rame da aprile è raddoppiato, passando da 5mila a 10mila euro a tonnellata. Il polipropilene non si trova più perché viene prodotto all'estero, gli acciai crescono del 70%, l'alluminio del 30%. Chiediamo al governo di tornare ad avere il controllo della produzione di queste materie prime, come avviene in paesi come Francia e Germania».
Non va meglio a Giovanni Salvalaggio, direttore generale di Sarp, azienda produttrice di macchinari per la produzione di pasta. «Tra un paio di mesi, se si andrà avanti così, ci saranno imprese costrette a fermarsi per mancanza di materiali - spiega Salvalaggio -. Il futuro degli approvvigionamenti è offuscato da numerose incertezze. Per esempio l'ex Ilva, l'azienda più grande in Europa a produrre laminati, sta lavorando a basso regime. Il problema di questi mesi è che la Cina non solo sta trattenendo tutto per sé, ma è diventata anche importatrice facendo man bassa sul mercato». Negli ultimi tre mesi le quotazioni del legname sui mercati europei sono salite del 30-40%. «Si tratta di aumenti considerevoli, accompagnati ad una cronica carenza di materiale nei magazzini dei fornitori - conferma Umberto Zampieri, titolare della Imballaggi Zampieri di Ronchi di Villafranca Padovana -. Il rischio concreto a cui si va incontro è la difficoltà di rispettare i tempi di consegna».
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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