Gli antidoti al Covid-19? Mascherine sì, divieti no

Mercoledì 12 Maggio 2021
IL SONDAGGIO
L'insofferenza verso le restrizioni è ormai sempre più palpabile: molte persone iniziano ad essere irrequiete in questa vita condizionata dalle armi che la guerra Covid-19 ha imposto. Se a questo aggiungiamo che ad alcuni provvedimenti non viene riconosciuta una vera utilità, abbiamo tutti gli ingredienti per una situazione potenzialmente esplosiva, dal punto di vista sociale. Deve essere (anche) per questo che il Presidente Draghi ha annunciato un allentamento delle limitazioni già dalla prossima settimana.
Partiamo da quello che i nordestini considerano più utile per arginare il contagio. Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio Nordest, la restrizione giudicata più valida è di gran lunga quella di indossare la mascherina (63%, ma tra i giovani sale al 74%), seguita dall'obbligo di stare fisicamente lontani dalle persone (24%, anche se il valore sale al 28-33% tra chi ha tra i 45 e i 64 anni). All'opposto, igienizzare le mani (8%) e coprifuoco (4%) appaiono i presidi ritenuti meno efficaci, nella percezione dell'opinione pubblica.
LE CATEGORIE
È il coprifuoco, invece, ad essere considerata, in maniera netta ed inequivocabile, il freno più inutile: da solo raccoglie l'82% delle indicazioni, lasciando piccole minoranze a dubitare sull'uso di mascherine (4%) o sull'obbligo di stare lontano dalle persone e igienizzare le mani (entrambi 7%). Colpisce l'assoluta trasversalità del giudizio sul coprifuoco: l'idea che sia superfluo raccoglie il consenso di giovani (97%) e anziani (77%); adulti (83-84%) e persone di età centrale (79%). In più, tale posizione catalizza tutti gli elettorati. Sostenitori del Pd (80%) o della Lega (77%), chi voterebbe per Forza Italia (75%) o il M5s (80%); quanti guardano a FdI (87%) o ai partiti minori (80%): l'accordo sull'inutilità del coprifuoco riunisce, idealmente, maggioranza e opposizione.
Il peso psicologico di queste limitazioni, però, non sembra seguire le linee, piuttosto definite, dell'utile o dell'inutile, ma tende a frantumarsi maggiormente. Il 32% dei nordestini indica nell'obbligo di distanziamento fisico il disagio maggiore, mentre è il 17% sentire soprattutto l'oppressione del coprifuoco; poco lontano (15%), invece, si ferma il fastidio legato all'uso della mascherina.
Come si caratterizzano anagraficamente questi disagi? I più giovani concentrano il proprio malessere verso il coprifuoco (44%), mentre coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni mettono l'accento sia sull'imposizione di stare a casa dalle 22 alle 5 (31%) che su quella di indossare la mascherina (20%). Le difficoltà psicologiche legate l'obbligo di tenere fisicamente le distanze dagli altri, invece, tendono a crescere tra gli adulti (55-64 anni, 36%).
Infine, vi sono due componenti, corpose e opposte: quelli a cui tutte le limitazioni pesano ugualmente (14%, quota che sale al 19% tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni) e quelli a cui invece non pesano affatto (21%, ma tra gli over-55 raggiunge il 28%).
E proprio questi ultimi, che non avvertono neanche il peso della libertà sospesa, sembrano essere altre vittime, sommerse e silenziose, della pandemia.
Natascia Porcellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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