«Attenzione che il gioco vince sempre»

Mercoledì 21 Ottobre 2020
Vince sempre il gioco, a differenza del giocatore. Tentare la fortuna con le slot machine nel bar sotto casa, gratta e vinci dal tabaccaio o la roulette nei casinò, può diventare una vera patologia. Il gioco si chiama d'azzardo quando implica una puntata di denaro, che non è possibile ritirare, e l'esito è deciso quasi esclusivamente dal caso. Quindi, come dice Alessandro Pani, Direttore Dipartimento Dipendenze Aulss 3 Serenissima, espone la persona «all'esperienza della vincita, ma soprattutto della perdita».
Come si cade in tentazione?
«Le parti profonde del cervello legate al piacere entrano in attività: sono responsabili anche delle condotte di dipendenza. Siamo tutti vulnerabili a ciò che ci piace e siamo spinti a ripetere ciò che gratifica, tanto da arrivare in alcune situazioni a comportamenti a rischio nonostante la consapevolezza degli effetti negativi. Le vincite iniziali ci inducono a giocare, ma sono le perdite che  ci incitano a ripetere l'esperienza proprio in vista della agognata vincita»
Spesso diventa una strada fallimentare
«Il disturbo da gioco d'azzardo è annoverato come dipendenza alla stregua delle sostanze d'abuso. Il Dipartimento segue una popolazione compresa tra i 17 e i 70 anni, con una prevalenza tra 45 e 65. C'è una popolazione giovanile esposta al rischio del gioco d'azzardo per lo più on line; ma non accede facilmente ai servizi dedicati».
Come curarsi?
«Annualmente le cinque sedi SerD (Servizi per le Dipendenze) dell'Ulss 3 seguono oltre 250 utenti all'anno con disturbo, a prevalenza maschile. L'età media dei giocatori è di 50 anni, la maggior parte coniugati, con un lavoro stabile. Il numero verde è 800 178 030»
Filomena Spolaor
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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