Zaia: «Questa decisione premia mesi di lavoro»

Martedì 21 Gennaio 2020
VENEZIA Il governatore Luca Zaia esulta per la citazione a giudizio di Mitsubishi Corporation, International Chemical Investors Group e Fallimento Miteni. «È un bellissimo risultato dice che premia mesi di lavoro preparatorio insieme ai legali e alle parti coinvolte in questa terribile vicenda di inquinamento, la più grave accaduta in Italia insieme a Seveso». L'esponente della Lega rivendica il ruolo della Regione: «Abbiamo imposto limite zero nelle acque potabili, con tutti ricorsi che ne sono conseguiti proprio perché abbiamo voluto essere intransigenti, ma ora la gente beve acqua pulita ed è protetta anche da nuovi eventuali inquinanti. Tolleranza zero, perché fin dal 2013 abbiamo voluto andare fino in fondo con la magistratura per far pagare a chi ha avvelenato il giusto risarcimento alle popolazioni. Zero Pfas nel sangue, col più grosso screening sanitario mai effettuato nel nostro Paese». Ma il Movimento 5 Stelle torna all'attacco di Palazzo Balbi: «Quello che sconcerta è la sicurezza che la Regione ostenta nell'affermare di avere fatto e fare tutto il necessario, quando manca perfino l'informazione su quali e quanti possano essere i danni alla salute. Ad esempio ad oggi non è ancora stato prodotto lo studio definitivo sulla georeferenziazione degli alimenti, cioè non sappiamo quanto gli Pfas siano stati assorbiti da frutta, verdure a alimenti derivati. Cosa aspettiamo?», chiedono i consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel. Il ministro pentastellato Federico D'Incà evidenzia invece l'importanza della costituzione in giudizio delle parti offese: «Sui Pfas chiediamo da sempre la verità ed è giusto che i cittadini siano a conoscenza dei reali danni di queste sostanze. La decisione di ammettere tutte le parti civili al processo è un segnale importante e incoraggiante per fare piena luce su questa vicenda che coinvolge il Veneto, ma che rappresenta un caso unico per gravità, su tutto il territorio nazionale». La battaglia delle Mamme NoPfas, però, non finisce qui: «Prossimo passo: ottenere il rinvio a giudizio». I lavoratori del comitato Pfas Colmi assicurano: «Rimarremo comunque vigili sapendo bene che questo processo sarà lungo e complesso». (a.pe.)
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