Zaia contro Pennacchi: «Dice il falso». Il Pd: «È satira»

Venerdì 6 Dicembre 2019
LA POLEMICA
VENEZIA Luca Zaia contro Andrea Pennacchi. A dividerli Poiana, il veneto arrabbiato interpretato dall'attore padovano a Propaganda Live su La7, in particolare per lo sketch andato in onda tre settimane fa e dedicato all'aqua granda, ironizzando sulla famosa foto che ritraeva il trevigiano sorridente accanto a Giancarlo Galan, da molti spacciata come relativa alla posa della prima pietra del Mose ma in realtà scattata al lancio del logo turistico veneto. «Quando una persona afferma una falsità sul presidente della Regione, si dovrebbe muovere la magistratura», ha detto il governatore l'altra sera a Primus inter pares su Tv7, scatenando il dibattito politico e social sul diritto di satira.
LA SCENETTA
Sotto accusa il passaggio della scenetta in cui Poiana : «Con Venezia sotto acqua c'era Zaia che girava co sta bandiera in man. Pensavo che voesse sugare par tera, invece diceva: No, bisogna metterlo davanti a tutti gli uffici pubblici il gonfalone di San Marco!. Mi pensavo: ma sarà il momento? Non mi pare. E poi diceva: Ah, cos'è successo, come mai non ha funzionato il Mose? Se becco il responsabile!. Se becco il responsabile? Come se non ci fosse stato lui di fianco a Berlusca e Galan il giorno che hanno inaugurato tutto». No, non c'era lui, come ha rimarcato Zaia, vistosamente piccato: «Pennacchi dovrebbe essere un orgoglio per noi veneti, ma non lo è per me. È un comico, penso sia anche un bravo attore, ma non può andare a La7 a sputtanare il presidente della sua Regione. È andato a dire che ero all'inaugurazione del Mose, vuol dire che non si è minimamente informato. Poi la storia della legge sulla bandiera, quella è stata fatta prima». E ancora: «Noi amministratori dovremmo avere la magistratura al nostro fianco in questo senso. Non per condannarli ha precisato il governatore riferendosi ai comici ma per stabilire la verità».
LA DISCUSSIONE
Parole che, rilanciate sul web, hanno acceso la discussione sui confini della satira. Graziano Azzalin, consigliere regionale del Pd, accusa Zaia di esserne allergico: «Siamo di fronte a un delirio di onnipotenza, un'insofferenza alla minima critica che lo porta a non riconoscere la differenza tra realtà e finzione. Parlando nello specifico del Mose, Zaia continua a buttarla sul piano giudiziario, rifuggendo però dalle responsabilità politiche così come rifugge da ogni confronto televisivo, preferendo i monologhi. Tranne quelli di Pennacchi». In attesa della puntata di stasera, l'attore ha ritwittato la dichiarazione rilasciata a PadovaOggi: «Io sono un paiasso, posso essere più o meno bravo e gli si può dare quindi ragione su questo, ma non si può confondere l'autore e l'attore, col personaggio. Altrimenti è finita, non potremo più fare niente». (a.pe.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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