VERSO LE ELEZIONI
VENEZIA Premessa: stando ai sondaggi (ma non solo), la Lega

Domenica 9 Agosto 2020
VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Premessa: stando ai sondaggi (ma non solo), la Lega
VERSO LE ELEZIONI
VENEZIA Premessa: stando ai sondaggi (ma non solo), la Lega - Liga Veneta alle elezioni del 20 e 21 settembre non solo prenderà meno voti della potente lista Zaia Presidente (come nel 2015, peraltro), ma stavolta rischia di essere addirittura superata dai Fratelli d'Italia. Si dirà: tanto vince Luca Zaia. E invece no. In casa della Lega, quella di Salvini, c'è un problema grande come una casa: non si vuole che la Lega venga ridicolizzata. Neanche da Zaia. Significa che non può prendere (tanti) meno voti della Meloni. Soprattutto, non può arrivare ultima. Ecco perché da Matteo Salvini, che ha il nome nella lista, è arrivato l'ordine di candidare tutti gli assessori uscenti in lista della Lega. Ordine perentorio. Indiscutibile. Ma che ha provocato tanti, troppi mal di pancia. Ossia: paroni a casa nostra e non possiamo neanche decidere le liste? Anche perché fino all'altro giorno le indicazioni erano diverse: ciascuno dei consiglieri e degli assessori uscenti avrebbe dovuto essere candidato nelle liste originarie. Ossia: il capogruppo della Lega, Nicola Finco? Nel 2015 era stato eletto in Lista Zaia e quindi, secondo le indicazioni del direttorio veneto (Lorenzo Fontana segretario, componenti Luca Zaia, Erika Stefani, Roberto Marcato, Nicola Finco), avrebbe dovuto andare anche stavolta in Lista Zaia. Solo che Salvini ha detto no: i big, a partire dagli assessori, compreso il capogruppo, vanno in lista Lega.
I RISCHI
Il diktat di Salvini - che in tanti in Veneto contestano, ma nessuno (per ora) a voce alta osa contraddire - comportebbe due scontate conseguenze. La prima è che in alcune province potrebbe esserci un ingorgo di big candidati con il rischio che alcuni eccellenti vengano esclusi proprio perché la Lega non prenderà tanti voti come la Lista Zaia. Esempio: impossibile che a Vicenza la lista Lega faccia tre eletti e quindi uno tra Roberto Ciambetti, Manuela Lanzarin, Nicola Finco rischia di stare a casa (a meno che Ciambetti non finisca in Lista Zaia e uno dei due esclusi, si vedrà chi, venga recuperato con le scelte degli assessori, che adesso devono essere tutti esterni). Altro esempio: assessori esterni come Cristiano Corazzari a Rovigo e Federico Caner a Treviso quante chance hanno di prendere preferenze tali da garantire l'elezione? Perché un conto è essere candidati in Lista Zaia, altro è essere nella (perdente) lista della Lega.
La seconda conseguenza del diktat salviniano è che, senza i big leghisti, in Lista Zaia potrebbero essere eletti dei carneade, portati avanti più che altro dalla forza del governatore. E i fedelissimi si chiedono: è questo che vuole il presidente Luca? Appunto: non sarà che anche a Zaia vada bene far correre tutti i propri assessori, compresi quelli che, forse, senza la luce riflessa del governatore, si sognerebbero di stare in giunta?
IL SEGRETARIO
Ieri, a Mestre, dove la Lega-Liga ha presentato la lista per le Comunali di Venezia (capolista il deputato Alex Bazzaro) il segretario nathional della Liga veneta, Lorenzo Fontana, ha confermato: «Gli assessori regionali uscenti andranno in lista Lega». Smentendo, però, che sia stato un diktat di Salvini: «È stata una discussione che abbiamo avuto anche all'interno del consiglio della Liga perché vogliamo che chi ha rappresentato la giunta regionale sia nella lista della Liga. C'è stata un po' di discussione, un confronto, ma secondo me è giusto che gli assessori vadano in lista Lega. E penso che tutti passeranno con semplicità, immagino anche che più di qualcuno verrà riconfermato in giunta. Zaia dice giustamente che non ci sono posizioni di rendita, ma penso che quelli che hanno lavorato bene verranno riconfermati».
IL PATTO
Quanto all'accordo sull'autonomia, si sta riscrivendo il documento di Zaia con l'inserimento del presidenzialismo voluto da Giorgia Meloni. «Si può trovare una quadra - ha detto Fontana - anche perché noi sul presidenzialismo abbiamo raccolto le firme ai gazebo non tanto tempo fa. Il punto è che l'autonomia deve essere votata a Roma. E siccome nel precedente governo con il M5s io e Erika Stefani abbiamo avuto spiacevoli sorprese, ora vogliamo avere tutte le garanzie del caso. Di sicuro presidenzialismo e autonomia non possono avere collegamenti temporali, perché per l'autonomia serve una legge ordinaria mentre per il presidenzialismo serve una riforma costituzionale. Ma penso che si possa trovare un impegno a livello nazionale». Fontana ha poi smentito che tra Salvini e Zaia ci siano tensioni: «L'altro giorno ero con Salvini e al telefono con Zaia, non penso che ci sia neanche caratterialmente ostilità. Qualcuno forse ci spera, ma i veneti sanno che è meglio evitare fratture. E Salvini ci vuole bene, ci dà ampie autonomie».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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