Venezia-Mestre il governo impugna il decreto di Zaia sul referendum

Domenica 20 Maggio 2018
Venezia-Mestre il governo impugna il decreto di Zaia sul referendum
LA CONSULTAZIONE
VENEZIA Un'altra bocciatura, questa volta dal governo, tiene di nuovo in scacco gli autonomisti. Se fino a un paio di mesi fa erano in pochi a scommettere sul quinto referendum per la separazione, da quando la giunta regionale aveva indetto la consultazione per il 30 ottobre, gli schieramenti avevano iniziato a comporsi e i veneziani a dividersi su due diversi manifesti, accendendo il confronto tra nuovi comitati in un braccio di ferro tra le tesi a favore e contrarie alla nascita dei due distinti Comuni di Venezia e Mestre. Ma dopo sei ricorsi e la presentazione del primo comitato per il no al referendum, un nuovo duro colpo per le speranze degli autonomisti arriva dal governo. Con la notifica del ricorso in Regione, giovedì è stata infatti confermata la decisione del governo Gentiloni di impugnare, davanti alla Corte Costituzionale, il decreto di Luca Zaia.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Così come già contestato da Comune e Città metropolitana (in una battaglia contro il referendum che ha il volto simbolo del sindaco di entrambi gli enti Luigi Brugnaro), anche il Consiglio dei Ministri è convinto che ci si trovi di fronte a un conflitto di attribuzioni e a un'invasione della Regione nella sfera di competenza statale. In sostanza, come si chiariva nell'allegato alla delibera approvata a marzo dal governo e nel ricorso notificato ieri in Regione, «se in via generale la competenza sui confini delle circoscrizioni comunali può essere attribuita alla giunta regionale», diversa è la situazione nel caso del Comune metropolitano. La convocazione del referendum per il 30 ottobre sarebbe quindi illegittima.
IL DISTURBO
Per i separatisti si tratta di un'opera di disturbo: «Un vero e proprio accanimento con un ricorso inconsistente e infondato» accusano Stefano Chiaromanni del Movimento autonomia di Mestre, Marco Sitran per Due grandi città e Gian Angelo Bellati per il Movimento Venezia autonoma. «La Corte Costituzionale - aggiungono - non potrà concedere la sospensiva, che porterebbe al rinvio del referendum a data da destinarsi». Comune e Città metropolitana avevano già ipotizzato il conflitto di attribuzioni depositando al Tar altri ricorsi contro l'indizione del referendum di separazione (innescando anche un dibattito tra i comitati separatisti sull'ipotesi di abbreviare i termini del giudizio per arrivare a sentenza già a luglio, prima del voto). Sia il Tar che la Corte Costituzionale dovranno quindi esprimersi: è legittimo il referendum del 30 ottobre, nato secondo le regole della legge regionale 25, in cui si prevede che a indirlo sia la Regione e a votarlo siano solo i residenti del Comune? O la legge di riferimento è invece la Delrio e le competenze non spettano alla Regione? Intanto mentre il sindaco Brugnaro, che da sempre ritiene il quinto referendum «una follia che porterebbe a un disastro economico per la città», resta il primo oppositore degli autonomisti, hanno iniziato a organizzarsi anche i comitati per il no al referendum, pubblicando un manifesto a favore della città unita.
M.Fus.
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Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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