Veneto Banca, processo rinviato avvocati in coda per norme Covid

Domenica 25 Ottobre 2020
Veneto Banca, processo rinviato avvocati in coda per norme Covid
IL PROCESSO
TREVISO Doveva essere un mero rinvio, senza alcun tipo di attività processuale. L'avvocato Ermenegildo Costabile, legale di Vincenzo Consoli, aveva avanzato una richiesta di legittimo impedimento perché trovato positivo al Covid-19. Il gup Gianluigi Zulian, a fronte anche del parere negativo dei pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama, ha rigettato l'istanza. E così l'udienza preliminare a carico dell'ex amministratore delegato di Veneto Banca, unico imputato per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falso in prospetto, ha avuto inizio ieri mattina con la costituzione di parte civile dei primi 500 truffati. Secondo il giudice, non trattandosi di attività processuale vera e propria, la presenza dell'avvocato Costabile non era indispensabile. In altre parole poteva essere sostituito da un collega di studio. E a Vincenzo Consoli è stato quindi assegnato un avvocato d'ufficio. «Non posso che prendere atto della decisione del giudice e farò le mie opportune valutazioni in seguito - afferma l'avvocato Costabile - Mi auguravo che la mia istanza, che avrebbe comportato anche la sospensione dei termini per la prescrizione, potesse essere accolta. Ma la scelta di una sospensione non è stata condivisa».
LA FILA
Ieri mattina, di fronte al palazzo di giustizia di Treviso, i legali delle vittime hanno atteso uno per uno il loro turno per poter entrare in tribunale. Il protocollo di sicurezza era ferreo: mascherine, igienizzazione delle mani, identificazione, percorsi obbligati. Erano un centinaio, in rappresentanza di circa 500 truffati. Se ne attendevano di più, ma proprio lo spettro del rinvio, con un'udienza già fissata per il 31 ottobre (poi revocata e spostata al 12 dicembre, ndr), deve aver fatto desistere più di qualcuno. Secondo la Procura saliranno almeno a 2mila. Ci saranno tempi e modi nell'udienza di dicembre, quando si decideràanche, come chiesto da parecchi legali, che Veneto Banca e Intesa San Paolo vengano citate come responsabili civili.
LE ACCUSE
L'ex amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, è accusato di aver comunicato a Bankitalia, tra il 2012 e il 2013, un patrimonio gonfiato, perché dai 2,3 miliardi dichiarati dovevano essere tolti 430 milioni di azioni baciate, 131 di accantonamenti su rischi aggiuntivi e ulteriori perdite su crediti per 1,1 miliardi, oltre a 600 milioni di euro in più di crediti in sofferenza. Se contabilizzati, il patrimonio da 2,3 miliardi sarebbe sceso a 613 milioni. Sull'ex popolare si era accentrato l'interesse degli ispettori della Banca d'Italia che avevano effettuato un accesso ai bilanci il 15 aprile e 9 agosto 2013, evidenziando come il valore delle azioni fosse incoerente con la situazione finanziaria della società e con il contesto economico. Consoli avrebbe insomma approfittato dell'insufficiente attività di controllo svolta dal Collegio dei sindaci e dalla società incaricata della revisione dei bilanci, la PricewaterhouseCoopers. L'ex amministratore delegato poi, consapevole di questa situazione che ha portato danni ai sottoscrittori per oltre 107 milioni di euro, avrebbe allora indotto in errore le direzioni territoriali, funzionari e impiegati di banca, a cui spettava il compito della collocazione delle azioni.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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