TRASPORTI
VENEZIA Con qualche settimana di anticipo - la consegna era inizialmente

Domenica 10 Novembre 2019
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VENEZIA Con qualche settimana di anticipo - la consegna era inizialmente prevista per l'inizio del 2020 - arriveranno domani a Venezia i primi 2 dei 78 nuovi treni destinati al trasporto regionale del Veneto. Si tratta di un Rock e di un Pop e sono treni di ultimissima generazione. «Con questi - ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, Elisa De Berti - risolveremo i problemi di sovraffollamento». Purtroppo non per tutte le linee del Veneto, ma solo per quelle gestite da Trenitalia.
La fornitura di questi 78 nuovi treni era stato infatti stabilito dal contratto di servizio firmato dalla Regione del Veneto e da Trenitalia l'11 gennaio 2018, un accordo del valore di 4,4 miliardi di euro complessivi, dei quali uno di soli investimenti per consentire il totale rinnovo della flotta dei treni. L'accordo prevede l'affidamento diretto per 10 anni più 5 a Trenitalia. Quest'ultima provvederà a mettere in circolazione nel triennio (25 nel 2020, 25 nel 2021, 28 nel 2022) 47 Rock e 31 Pop.
Alla consegna, domani alle 13 alla stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia, saranno presenti il governatore Luca Zaia, l'assessore De Berti e l'amministratore delegato di Trenitalia Orazio Iacono. Per alcuni pendolari non sarà una sorpresa dal momento che questi nuovi treni sono stati presentati la scorsa estate a Bologna e sono già in funzione sulle linee regionali dell'Emilia Romagna.
È previsto che l'entrata in servizio in Veneto del Rock e del Pop sia immediata, già dalla prossima settimana, sulla linea Verona-Venezia.
I DATI TECNICI
Trenitalia ha previsto il rinnovo dell'80% dell'intera flotta in tutta Italia, per un investimento economico di 6 miliardi di euro e oltre 600 nuovi treni. Di questi, appunto, 78 arriveranno in Veneto. I Rock e Pop sono riciclabili rispettivamente per il 97% e per il 95% con una riduzione del 30% dei consumi energetici se confrontati con la generazione precedente.
Alcuni dati tecnici. Progettato e costruito da Hitachi Rail Italy per Trenitalia, il treno Rock è frutto delle migliori tecnologie italiane e giapponesi e viene completamente assemblato in Italia. Si tratta di un treno a due piani che può raggiungere i 160 km/h di velocità massima. Quello destinato al Veneto ha 605 posti a sedere e 526 in piedi. È attrezzato con un sistema di videocamere di sorveglianza a circuito chiuso, di un sistema di informazione ai passeggeri basato su monitor di dimensioni doppie e di un sistema di conta-persone con telecamere dedicate su tutte le porte d'accesso.
Il Pop è un treno elettrico monopiano che fa parte della famiglia Coradia Stream. Viaggerà a una velocità massima di 160 km/h. 305 i posti a sedere nella versione a 4 casse più 230 posti in piedi.
LE LINEE PIÙ DISASTRATE
I pendolari delle linee Adria-Mestre, Rovigo-Verona e Rovigo-Chioggia, invece, dovranno pazientare a lungo prima di avere servizi ferroviari, per non dire dei treni, alla pari di quelli gestiti da Trenitalia. Queste tre linee ferroviarie sono infatti gestite da Sistemi Territoriali (ST), che è una società della Regione. Il contratto di servizio con questa società scade il 31 dicembre 2019, ma è già stato prorogato di tre anni. Dal 1° gennaio 2020 comincerà invece a funzionare Infrastrutture Venete (IV), sotto la direzione di Giuseppe Fasiol, una nuova società che diventerà strategica. Mentre ST gestirà il contratto di servizio, IV gestirà le reti infrastrutturali e di navigazione e, in più, monitorerà i due contratti di servizio di Trenitalia e di Sistemi Territoriali. L'obiettivo è che IV metta gara il contratto di servizio delle linee Adria-Mestre, Rovigo-Verona e Rovigo-Chioggia, così da chiudere Sistemi Territoriali, e, presumibilmente, affidare tutto a Trenitalia.
Il punto critico di queste tre linee è che da sole hanno oltre il 50 per cento dei passaggi a livello di tutto il Veneto e cioè circa 150 su 300. «Il numero dei passaggi a livello in queste tre linee supera quello dei chilometri», ha detto l'assessore De Berti. Il primo passo, almeno per la Adria-Mestre, sarà dunque l'elettrificazione. L'intervento costerà 22 milioni di euro su fondi Fsc. Al momento si è al livello della progettazione.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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