Scandalo Pfas, a processo anche le multinazionali

Martedì 21 Gennaio 2020
IL PROCESSO
VENEZIA Al processo Pfas sono chiamati non solo i tredici ex manager e responsabili dell'azienda di Trissino, che è ritenuta l'epicentro del maxi-inquinamento, ma anche le società che si sono succedute nella sua proprietà. Quindi la giapponese Mitsubishi Corporation e la lussemburghese International Chemical Investors Group, in aggiunta al Fallimento Miteni: ieri il giudice dell'udienza preliminare Roberto Venditti ha infatti accolto la richiesta di citazione dei responsabili civili, formulata lo scorso 25 novembre dalla Regione e sostenuta anche da altri 25 fra enti pubblici e soggetti privati. Ammessa pure la costituzione in giudizio di 226 parti offese: sono state escluse solo tre associazioni.
I PATRIMONI
Per la Regione, assistita dall'avvocato Fabio Pinelli, si tratta di una conquista importante: in caso di accertamento delle responsabilità penali degli imputati, i patrimoni dei colossi garantirebbero le ingenti risorse economiche necessarie per la bonifica ambientale e per la tutela sanitaria. Il presupposto giuridico riconosciuto dal gup Venditti è contenuto nel codice civile: l'obbligo per l'imprenditore di rispondere dei danni provocati dai fatti illeciti addebitati ai suoi dipendenti. Ricorda il giudice nell'ordinanza letta in aula: «Tutti gli imputati nel presente procedimento erano legati, a vario titolo, da rapporti di lavoro con le persone giuridiche succedutesi nella proprietà del sito produttivo». E quelle multinazionali hanno una responsabilità patrimoniale «anche se il dipendente ha agito oltre i limiti delle sue incombenze e persino se ha violato gli obblighi a lui imposti». Di qui la citazione di Mitsubishi relativamente alle condotte contestate a Maki Hosoda, Kenji Ito, Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune, e di Icig per quanto riguarda le posizioni di Patrick Hendrik Schnitzer, Achim Georg Hannes Riemann, Alexander Nicolaas Smit, Brian Anthony McGlynn, Luigi Guarracino, Mario Fabris, Davide Drusian, Mauro Cognolato e Mario Mistrorigo.
LA CURATELA
Mentre è stata respinta la richiesta di citare anche le società interposte tra la controllata Miteni e la capogruppo Ice e la compagnia assicuratrice Allianz, è stata invece accolta la domanda relativa al Fallimento Miteni. Caso curioso: la curatela è anche parte civile. La sua difesa, rappresentata dall'avvocato Enrico Ambrosetti, aveva sostenuto che non potesse essere formulata alcuna domanda risarcitoria, dopo la sentenza di dichiarazione del fallimento, per rispetto del principio di pari condizioni fra i creditori, che risulterebbero alterate «se un diritto di credito venisse riconosciuto e quantificato da una sentenza penale pronunciata successivamente all'apertura della procedura concorsuale stessa». Invece secondo il gup Venditti «alcuna alterazione della par condicio creditorum potrebbe derivare automaticamente da una eventuale sentenza di condanna al risarcimento in favore della parte civile». Il prossimo 23 marzo le società potranno chiedere di essere escluse.
ENTI E PRIVATI
A chiedere i risarcimenti potranno essere quasi tutti coloro che avevano chiesto di costituirsi parte civile. Sono stati esclusi solo Earth e Gruppo di intervento giuridico, che non hanno svolto attività prima dell'emergenza, e La terra dei Pfas, fondata dopo la contaminazione. Per il resto, invece, sono stati ammessi i ministeri dell'Ambiente (danno ambientale) e della Salute (sviamento di funzione, immagine e decoro dell'attività istituzionale). Potranno andare avanti pure residenti, lavoratori, sindacati, associazioni ambientaliste, Regione, Provincia di Vicenza, Comuni e Consigli di Bacino (danno ambientale, patrimoniale, lesione all'identità funzionale e all'immagine, sviamento di funzione), nonché Arpav e gestori del servizio idrico. Questi ultimi «sono intervenuti subito con gli investimenti destinati all'emergenza al fine di tutelare la salute pubblica», rimarcano gli avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin e Vittore d'Acquarone per conto di Acquevenete, Viacqua, Acque Veronesi e Acque del Chiampo, che finora hanno sborsato 92,94 milioni di euro per le opere.
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci