Salvini: «L'autonomia è nel contratto, non salterà»

Sabato 20 Aprile 2019
LA TRATTATIVA
VENEZIA «L'autonomia regionale non salterà perché è nel contratto di governo». Il giorno dopo l'audizione del ministro dell'Economia Giovanni Tria in commissione Bicamerale, è il leader della Lega Matteo Salvini a puntualizzare: «L'autonomia è nel contratto e deve arrivare a casa, come la riduzione delle tasse».
IL CONFRONTO
Era stato Tria a dire che «le richieste regionali, in alcuni casi, non appaiono del tutto coerenti» con la Costituzione, salvo precisare che «non è mai stato messo in dubbio che le intese» con gli enti locali «possano andare oltre» la Costituzione «e incidere sulle materie di esclusiva pertinenza dello Stato». «Sono preoccupato perché temo che il ministro Tria non abbia letto bene le nostre richieste», ha commentato il governatore della Lombardia Attilio Fontana.
A tentare di fare chiarezza è stato il ministro Stefani: «Le richieste delle Regioni hanno già passato il filtro della costituzionalità e tutte le richieste oggi avanzate sono compatibili con la Costituzione. Le bozze di intesa nelle mani di Conte non solo sono conformi alla Costituzione ma sono in piena esecuzione della Carta». Stefani ha puntualizzato che è «evidente che la competenza legislativa esclusiva in materia di sistema tributario e contabile dello Stato non sia delegabile». Con il ministero dell'Economia «c'è piena sintonia anche perché il percorso è sempre stato condiviso sin dall'inizio. Specifico anche che senza ulteriori oneri a carico dello Stato, la determinazione delle risorse da trasferire potrà essere fatta solo una volta determinate le competenze da trasferire». Ma la situazione di stallo? «Il percorso è avviato - ha detto Stefani - si può andare solo avanti. La Lega non arretra».
Dal M5s arriva un altolà. «Il governatore Zaia parte da un presupposto sbagliato, quello secondo il quale al Sud arrivano più risorse, che vengono sprecate. Ciò non è vero - ha detto il deputato Alessandro Amitrano - e ricordo che noi del M5s abbiamo fatto inserire in legge di Bilancio, per la prima volta, la previsione che sancisce un principio fondamentale: al Sud risiede il 34% della popolazione italiana e dunque nel Meridione occorre investire il 34% delle risorse dello Stato. L'attuale stesura dell'accordo Stato-Regioni aumenterebbe il divario tra Nord e Sud. È dunque necessario che questo testo possa essere emendato in Parlamento». (al.va.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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