«Presepe, la Lega non ci dica cosa fare»

Sabato 8 Dicembre 2018
L'INCONTRO
CITTÀ DEL VATICANO «Non ce lo deve dire la Lega se dobbiamo riscoprire il presepe. Noi il presepe lo decliniamo come un valore, una serena testimonianza libera, visto che si tratta di un simbolo che ci aiuta a guardare tutti nella stessa direzione in un momento in cui per la società diventerà decisivo riuscire a trovare un accordo sulle realtà fondamentali». È il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, nella sala stampa vaticana, dove ha sintetizzato l'udienza con il Papa dopo l'allestimento del presepe di sabbia in piazza San Pietro, a ribadire il suo pensiero contrario alla presa di posizione del sacerdote padovano che nei giorni scorsi ha annunciato ai fedeli di non voler fare il presepe per protestare contro le chiusure leghiste agli immigrati. Così facendo Moraglia chiarisce anche nei confronti della Lega e del vicepremier Salvini che si era esposto pubblicamente per difendere il presepe. Niente strumentalizzazioni politiche. «Penso che dovremmo prendere le distanze dalla ipocrisia e non tanto da un simbolo che potrebbe, invece, aiutarci a purificare l'ipocrisia che ogni uomo ha dentro di sè - dice Moraglia - Un presepe non è tanto una composizione familiare o un soprammobile, ma una realtà che impone un esame di coscienza su come noi intendiamo i rapporti con Dio e con gli altri, declinando le opere di misericordia che sono sempre attuali in una società in cui l'uomo non è ancora stato posto al centro di tutto». La polemica legata al presepe è uscita a margine di una giornata che ha visto le delegazioni venete e friulane accolte dal Santo Padre.
L'INCONTRO
È la sabbia di Jesolo, particolarissima nella sua composizione chimica dal color di luna, utilizzata per scolpire lo spettacolare presepe che il Veneto ha realizzato in piazza San Pietro a suggerire al Papa una riflessione teologica profondissima. «Il presepio, posto al centro della Piazza, è realizzato con la sabbia jesolana, originaria delle Dolomiti. La sabbia, materiale povero, richiama la semplicità, la piccolezza e anche la fragilità con cui Dio si è mostrato con la nascita di Gesù nella precarietà di Betlemme».
Ieri mattina Francesco prima dell'inaugurazione dell'albero di Natale (dono del Friuli Venezia Giulia) e dello svelamento della natività di sabbia, ha voluto ritagliarsi un momento per ringraziare personalmente i donatori, le autorità venete e friulane, con una udienza nella sala Clementina.
IL SANTO PADRE
Perché usare la sabbia? Si è chiesto. Ecco la risposta che ne è scaturita: «Ci potrebbe sembrare che questa piccolezza sia in contraddizione con la divinità, tant'è vero che qualcuno, fin dall'inizio, l'ha considerata solo un'apparenza, un rivestimento. Invece no, perché la piccolezza è libertà. Chi è piccolo in senso evangelico non solo è leggero, ma anche è libero da ogni smania di apparire e da ogni pretesa di successo; come i bambini che si esprimono e si muovono con spontaneità. Tutti noi siamo chiamati ad essere liberi davanti a Dio, ad avere la libertà di un bambino davanti a suo padre. Il Bambino Gesù, Figlio di Dio e nostro Salvatore, che deponiamo nel presepe, è Santo in povertà, piccolezza, semplicità, umiltà».
Nel Palazzo Apostolico le delegazioni provenienti dal Friuli-Venezia Giulia e dal Veneto, accompagnate dai rispettivi vescovi, sono state accolte qualche minuto prima e, nell'attesa che arrivasse il pontefice, il patriarca di Venezia e il presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia, hanno scambiato qualche impressione. «Mentre aspettavamo che il Pontefice arrivasse ci siamo intrattenuti a parlare un po' - dice Moraglia - Mi ha parlato delle sue radici cristiane, mi ha mostrato qualche fotografia, penso sia stato contento di vivere questa esperienza».
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci