Porto, Musolino scarica il segretario

Domenica 2 Agosto 2020
IL CASO
MESTRE (VENEZIA) Il presidente dell'Autorità portuale di Venezia e Chioggia e il suo braccio destro, il segretario generale del Porto, sono ai ferri corti. E la notizia esce con la diffusione di una diffida che il legale di Martino Conticelli ha inviato al presidente Pino Musolino, a soli tre giorni dalla riunione del Comitato di gestione che avrà all'ordine del giorno l'ennesimo tentativo di far approvare il Bilancio consuntivo 2019, bocciato già il 18 giugno scorso dai rappresentanti della Regione e della Città Metropolitana di Venezia. Bocciatura che, se resterà tale, potrebbe portare al commissariamento dell'Ente. Non c'è pace, dunque, per l'Ente che solo pochi giorni fa ha diffuso i dati semestrali relativi ai traffici, che dimostrano come le perdite legate all'emergenza coronavirus siano state contenute grazie agli interventi messi in atto dall'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas).
LA MOSSA
Fino a ieri sera non risultava nessun provvedimento a carico di Martino Conticelli, quindi la diffida spedita tramite il suo legale è una mossa d'anticipo per tutelarsi, visto che prima di lui era stato licenziato il direttore tecnico Nicola Torricella: in primo (con procedimento sommario secondo il rito Fornero) e in secondo grado il Tribunale del Lavoro ha dato ragione al dirigente, e il Porto è stato costretto a pagargli oltre 340 mila euro, ma intanto il posto che aveva da dieci anni l'ha perso; idem per la società di comunicazione, Community, che aveva l'appalto per l'ufficio stampa; problemi anche con la responsabile della comunicazione, Federica Bosello, oggetto di un provvedimento disciplinare per non aver difeso adeguatamente il presidente nei confronti dei giornali; la Bosello, per contro, pare accusi Musolino di mobbing e maltrattamenti ma non sembra si sia ancora arrivati in Tribunale. A parte quelli con le risorse umane, un altro fronte aperto, oltre a quello del Bilancio, è la questione della competenza sulle aree di confine tra Porto e Città, un contenzioso che dura ormai da anni e ha coinvolto anche i terreni dei Pili alle porte di Venezia, acquistati da Luigi Brugnaro quando non era ancora sindaco di Venezia e poi conferiti ad un blind trust per evitare accuse di conflitto d'interessi: ebbene pure i Pili, dove Brugnaro vorrebbe fosse costruito il palazzetto per la Reyer basket, oltre ad albergo, parcheggio e altri servizi, rientrano nella vicenda delle aree di confine contese. Infine c'è stata la causa al Tar persa dal Porto contro il suo concessionario, Vtp che gestisce la Marittima per le crociere, sulla questione degli scavi del canale attraverso il quale far transitare le navi bianche.
Tornando ai dirigenti, Torricella era stato licenziato con un provvedimento disciplinare perché, secondo il presidente Musolino, gli aveva nascosto di aver fatto un progetto per ripristinare la viabilità del canale Vittorio Emanuele III in vista dello spostamento delle grandi navi da crociera a Marghera, e anche perché avrebbe aumentato di 1 milione e 333 mila euro, di sua iniziativa, l'importo di un appalto per i lavori del deposito/officina allo scalo merci di Porto Marghera. A Conticelli Musolino ha scritto che «i suoi obblighi di buona fede e di correttezza, nonché il rapporto fiduciario, sono stati ripetutamente violati», e ha aggiunto che la sua condotta è «ingiustificabile sotto il profilo umano e anche gravemente lesiva dei suoi obblighi contrattuali». Tra i due i contrasti sono sulle deleghe, che secondo Musolino la legge di riforma dei porti toglie in parte al segretario generale e affida al presidente, sulle missioni all'estero, sull'aumento di stipendio ad alcuni dirigenti, su alcune determine che non vanno avanti. Conticelli ha anche scritto alla Direzione di vigilanza sui porti per lamentare di essere stato messo da parte a favore di altri dipendenti come Stefano Bonaldo, responsabile della segreteria e braccio destro fidato di Musolino.
La storia di Conticelli parte da lontano, ricopre ruoli di dirigenza al Porto sin dal 1997 (è stato tra l'altro direttore della pianificazione e dell'amministrazione, presidente della Sfl, società Servizi ferroviari e logistici, segretario generale del Porto di Trieste dal 2007 al 2011), ha operato sotto le presidenze di Andrea Razzini (attuale guida di Veritas), Giancarlo Zacchello, Claudio Boniciolli, Paolo Costa, e lo stesso Boniciolli nel 2016 spese parole di elogio nei suoi confronti ritenendo che fosse la persona più adatta a succedere a Paolo Costa al vertice della nuova Autorità portuale; stesso parere che diedero un gruppo di lavoratori e di operatori portuali in una lettera inviata al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Quando Delrio scelse, invece, Pino Musolino, alla prima riunione del Comitato di gestione (una sorta di Consiglio di amministrazione dello scalo) Conticelli venne nominato all'unanimità segretario generale del Porto, sostenuto in particolare da Comune e Regione.
LE PROSPETTIVE
Per lui la strada della presidenza, dopo di allora, è ormai chiusa per limiti di età dato che compirà 65 anni il giorno prima della scadenza di Musolino (il 6 e 7 marzo 2021), e quindi, per la legge Madia, ha la strada sbarrata. Se, però, domani mattina dal Comitato di gestione dovesse uscire un'altra fumata nera sul Bilancio e si aprisse la procedura del commissariamento, arrivando ad avviare in anticipo, a novembre di quest'anno, le convocazioni per le nomine del nuovo presidente, Conticelli potrebbe essere nella rosa dei papabili: a 64 anni potrebbe diventare il nuovo presidente di Adspmas e restare in carica fino all'età di 70 anni.
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci