POLITICA & ECONOMIA
TREVISO Qualcuno in Lega lo chiama Imperatore. Un'ironia

Domenica 22 Dicembre 2019
POLITICA & ECONOMIA
TREVISO Qualcuno in Lega lo chiama Imperatore. Un'ironia che nasconde, poco e male a dire il vero, i mal di pancia quando il discorso cade su Nicola Cecconato, top manager in quota Carroccio, presidente di Ascopiave che ha ricamato l'accordo con l'emiliana Hera per costruire un soggetto in grado di competere con le grandi compagnie nel complicatissimo mercato del gas. Accordo che ha attirato l'attenzione di tutti gli operatori del settore. Imperatore perché Cecconato, dopo l'ultima tornata di nomine conclusasi giovedì a Bologna per formare i nuovi cda delle società comprese nel patto Ascopiave-Hera, si ritrova ad occupare ben sei ruoli contemporaneamente. L'elenco comprende i posti già ricoperti, quindi presidente e amministratore delegato di Ascopiave e presidente di Ap Reti (società del gruppo Asco). A questi si aggiungono i nuovi incarichi: presidente di Ascotrade; membro del consiglio d'amministrazione di EstEnergy e membro del cda di Hera spa. Da giovedì sera quindi Cecconato, già in passato recordman di incarichi però più legati alla politica, è tornato nell'occhio del ciclone.
LA DIFESA
Ma questa volta a zittire il brusio di sottofondo che si sta diffondendo tra la base del Carroccio, sale in cattedra direttamente il commissario della Lega di Treviso Gianangelo Bof a nome della maggioranza dei sindaci presenti nell'assemblea di Asco Holding, società che controlla Ascopiave: «So che qualcuno rumoreggia - ammette - ma Cecconato ha solo accettato l'invito a mettersi a disposizione. Glielo abbiamo chiesto noi di farlo, perché abbiamo bisogno di persone esperte nei posti più delicati. Lui del resto ha seguito passo passo la trattativa con Hera, quindi è il più indicato per prendere in questa fase la guida di Ascotrade, che dovrà passare clienti e dati ad EstEnergy. E poi la stessa cosa l'ha fatta anche Hera, mettendo in più cda il suo amministratore delegato. Infine: per i nuovi incarichi non riceverà alcun compenso». Parole che non bastano a placare il nervosismo: «Cecconato lavorerà anche gratis, ma nelle sue mani concentra un potere non da poco», questa l'altra accusa che viene mossa quasi come una provocazione.
«Una provocazione che fa sorridere - ribatte Cecconato - Ascopiave ed Hera sono quotate, quindi dotate di tutti quei sistemi di pesi e contrappesi e di tutti i meccanismi di vigilanza e controllo che garantiscono la non sussistenza di poteri decisionali non previsti. Peraltro, in tutte le società strutturate e quotate funziona in questo modo. È definita una forma a matrice di gestione: rende efficiente il flusso informativo, previene i rischi, ottimizza i risultati. Basta vedere come Hera abbia attuato meccanismi assolutamente identici a quelli di Ascopiave per occupare i posti previsti per loro nei nuovi cda. Magari con meno perplessità e polemiche».
RETRIBUZIONE ZERO
Cecconato non si sottrae. Replica anche a chi sottolinea con vigore la sua collezione di cariche: «Avendo ideato e seguito l'operazione sin dal suo inizio e contribuito a portarla a termine - spiega - azionisti e stakeholders mi hanno chiesto la disponibilità a ricoprire altri incarichi in seno al gruppo che si è venuto a creare». E alla fine ha detto sì, sicuramente immaginando anche le critiche che gli sarebbero piovute addosso: «Ho meditato a lungo prima di dare la mia disponibilità e ho accettato i nuovi incarichi per puro spirito di servizio, visto che ho dichiarato sin da subito che ogni emolumento previsto, ovvero 19mila euro lordi all'anno per le presidenze e 8mila lordi all'anno per i posti nei cda, non sarebbe stato da me percepito ma riversato in Ascopiave. In sostanza, all'aumentare di responsabilità, impegni e lavoro non corrisponde aumento della mia retribuzione. Spirito di servizio, appunto. E come me hanno fatto gli altri manager Ascopiave che siedono nei nuovi cda».
A TEMPO
Incarichi che non dureranno in eterno, come spiegano i sindaci che appoggiano Cecconato, ricordando che già nei prossimi mesi potrebbe sopraggiungere qualche novità: «Ringrazio per la fiducia - sottolinea il tri-presidente - Io farò del mio meglio per ripagarla come ho fatto dal primo giorno in cui ho assunto l'incarico di presidente di Ascopiave. Poi i manager sono, per definizione, pro tempore. Se non raggiungono gli obiettivi, gli azionisti possono sostituirli in ogni momento. Per questo esistono questi due ruoli, azionisti e manager, ed è importante che restino ben distinti, seppure in un proficuo clima di dialogo». Un dialogo, per la verità, avvelenato dalle polemiche. Ma la linea è ormai tracciata.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci