Pfas, disertato l'incontro di Miteni

Giovedì 16 Febbraio 2017
Pfas, disertato l'incontro di Miteni
L'incontro era stato chiesto dagli amministratori dei Comuni dell'area coinvolta dalla presenza di Pfas, che avevano espresso l'esigenza di maggiori informazioni scientifiche sull'argomento. E così la Miteni di Trissino, l'industria vicentina nell'occhio del ciclone in quanto ritenuta una delle responsabili dell'inquinamento delle falde acquifere, ha organizzato ieri sera un incontro (a porte chiuse, obbligatorio accreditarsi) invitando per una lectio magistralis il professor Angelo Moretto, autore o coautore di oltre 200 pubblicazioni di rilievo internazionale, uno dei maggiori esperti a livello mondiale di queste problematiche. Ma all'incontro, svoltosi nella sede di Confindustria a Montecchio Maggiore, gli amministratori locali erano meno di dieci, tra cui solo due sindaci, quelli di Sovizzo e Zovencedo. «Dispiace aver ricevuto un sacco di defezioni poche ore prima dell'inizio - ha detto ai giornalisti Antonio Nardone, amministratore delegato di Miteni - in concomitanza con un tam-tam sui social in cui si annunciavano proteste all'esterno».
E se in sala le persone erano alcune decine, al di fuori si è radunato un centinaio di persone, con aderenti a Greenpeace ma soprattutto normali cittadini che hanno esposto cartelloni e distribuito volantini. Sotto gli occhi di carabinieri e vigili non sono mancati momenti di tensione quando è arrivato Maurizio Scalabrin, ex sindaco di Montecchio Maggiore, che è stato apostrofato in malo modo e si è sfiorata la rissa.
Il professor Moretto, direttore del Centro internazionale per la prevenzione sanitaria dell'ospedale Luigi Sacco di Milano e docente del Dipartimento di scienze biochimiche e cliniche dell'Università degli Studi di Milano, incalzato dai giornalisti prima dell'inizio della sua lezione, ha fornito notizie tranquillizzanti. «Guardando i dati che abbiamo in questo momento a disposizione - ha detto, riferendosi al caso Pfas in Veneto - non vedo la presenza di situazioni di esposizione tali da far prevedere la comparsa di effetti sulla popolazione. Inoltre se si considera che dagli studi fatti sui lavoratori dell'azienda non sono emersi effetti significativi, mi sembra di poter dire che il problema della salute non risulti rilevante. Certo, tutti vorrebbero avere l'acqua senza niente dentro, ma questo non è possibile, così come per l'aria». Secondo il professor Moretto «tutto sta ad indicare che queste sostanze nell'acqua ci sono sempre state, ma negli ultimi tempi sono emerse, perché qualcuno le ha cercate. Ciò è avvenuto per il miglioramento delle tecniche analitiche, che consente di misurare delle sostanze mentre prima non era possibile. Ma, sia chiaro, stiamo parlando di millesimi, a volte milionesi di grammo». Ma l'allarmismo della gente è esagerato? «Non sta a me giudicare - ha detto il docente - Certamente c'è anche un problema di comunicazione alla popolazione: talvolta la gente si spaventa perché non riesce a capire. E in effetti, in casi come questi, non è facile capire di cosa si stia parlando».
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