«Nessun muro tra Slovenia e Italia»

Domenica 14 Luglio 2019
L'ANNIVERSARIO
TRIESTE «Le pattuglie miste italo slovene introdotte di recente sono un buon strumento e non incidono sugli ottimi rapporti di vicinato e di comprensione che rappresentano i nostri rapporti bilaterali. Riteniamo che altre misure non siano necessarie e opportune». Lo ha ribadito il Presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, ieri mattina a Trieste per partecipare alla commemorazione del 99esimo anniversario dell'incendio del Narodni Dom, il palazzo della comunità slovena dato alle fiamme da militanti fascisti il 13 luglio 1920. Ha colto anche l'occasione per invitare il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella il prossimo anno in occasione del centenario dell'incendio. Secondo Pahor, ulteriori soluzioni di rafforzamenti ai confini «possono ostacolare la libera circolazione delle persone su questo confine e territorio. È ovvio che le immigrazioni, soprattutto quelle illegali, devono essere fermate, il governo sloveno adotterà delle misure in tal senso, ma abbiamo convenuto che al di là delle pattuglie miste e il ricorso a tecnologie digitali non dovremmo introdurre ulteriori misure a protezione del confine. Dovremo invece lavorare sulla fiducia reciproca che poggia su ottime basi e in futuro rafforzare i nostri rapporti».
IL TEMA DELLA DIFESA
Il tema della difesa dei confini è stato al centro di un incontro avvenuto, prima della commemorazione, con il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga al quale Pahor ha detto che «due paesi vicini, due paesi europei che sono entrambi aderenti a Schengen non debbono adottare ulteriori misure per rafforzare il pattugliamento dei confini». Dal canto suo, «il Friuli Venezia Giulia ritiene essenziale potenziare le relazioni con la vicina Repubblica di Slovenia al fine di sviluppare strategie sempre più efficaci sui numerosi fronti comuni che interessano le due realtà, a iniziare dalla lotta all'immigrazione illegale» riferisce in una nota la Regione. «Un obiettivo comune - rimarca Fedriga - che vede i due Paesi impegnati, come peraltro testimoniato dall'avvio dei pattugliamenti congiunti il primo luglio, su un fronte che non riguarda solo la difesa della legalità ma anche la salvaguardia delle identità». Piena, inoltre, la convergenza sull'opportunità di mettere in campo ulteriori iniziative condivise a contrasto dei flussi migratori. A conclusione del colloquio, il governatore del Friuli Venezia Giulia ha sottolineato «l'intenzione dell'Amministrazione regionale di operare sempre in sintonia con gli amici della Repubblica di Slovenia, rinsaldando un legame già forte attraverso l'intensificazione delle relazioni diplomatiche, culturali e commerciali».
Presente anche lo scrittore sloveno Boris Pahor: aveva sette anni quando il Narodni Dom fu dato alle fiamme, evento per il quale, nel 1954, scrisse il libro Il rogo nel porto. Lo scrittore è stato salutato dal presidente della Slovenia, che appena arrivato lo ha abbracciato. Il vicegovernatore del Fvg Riccardo Riccardi ha posto l'accento sull'importanza del dialogo, del rispetto e della collaborazione quali «veicoli di riconoscimento delle comunità storicamente radicate sul territorio». Secondo il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli «99 anni dovrebbero bastare a Trieste e a tutta la Regione per fare pace con il passato: abbiamo visto il preoccupante rinfocolarsi di nazionalismi o revisionismi che riaprono ferite. Vogliamo che questo anniversario sia un passo avanti verso la tolleranza e la convivenza».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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