Mose, la Corte dei conti chiede 1 milione a Milanese per i danni

Giovedì 28 Febbraio 2019
Mose, la Corte dei conti chiede 1 milione a Milanese per i danni
LO SCANDALO
VENEZIA Un altro milione da sequestrare per i danni causati dallo scandalo Mose. La Corte dei conti della Lombardia ha autorizzato il sequestro conservativo di un milione di euro a Marco Mario Milanese, ex deputato del Pdl ed ex consigliere politico dell'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti, per danno all'immagine dello Stato. Nell'ambito dell'inchiesta Mose, Milanese era stato arrestato nell'estate del 2014 con l'accusa iniziale di corruzione, poi riformulata in traffico di influenze illecite legate all'ottenimento dei fondi necessari alla costruzione della grande opera. Condannato dalla Corte d'appello di Milano a 2 anni e 6 mesi nel 2017, l'anno scorso la Cassazione aveva dichiarato il reato estinto per prescrizione, confermando però le statuizioni civili. Ovvero il risarcimento che Milanese era stato condannato a pagare al Consorzio Venezia Nuova e al ministero dell'Economia: 100mila euro a testa, come provvisionale, in attesa della causa civile.
LA CONTESTAZIONE
E proprio da qui si è mossa anche la Procura contabile lombarda per la sua contestazione di danno erariale e conseguente richiesta di sequestro conservativo, ora accolta dal giudice monocratico della Corte contabile. Lo spiega la stessa Procura in una nota diffusa ieri che ricostruisce la vicenda. «Dagli atti del procedimento penale è emerso che Milanese, nella qualità in particolare di consigliere del ministro, ha ricevuto da Giovanni Mazzacurati (presidente del Consorzio Venezia Nuova) la somma di euro 500.000 euro erogata in suo favore nella qualità di intermediario qualificato» per agevolare i finanziamenti inseriti in una delibera del Cipe. Una condotta «particolarmente lesiva del prestigio e della credibilità dell'amministrazione finanziaria - sottolinea la Procura - in quanto idonea a minare alla radice l'integrità funzionale dell'intero apparato». La nota ricorda come il finanziamento del Mose da 400 milioni, dopo «un anno e mezzo di inerzia e stallo», fu «effettivamente posto all'ordine del giorno del Cipe in concomitanza dell'illecita interferenza» del braccio destro di Tremonti. Una «mediazione offerta ed espletata dal Milanese a beneficio degli interessi di Mazzacurati, che ha asservito le scelte discrezionali degli organi di governo agli interessi del Cvn». La Procura spiega anche come ha calcolato il danno, quantificato nel «doppio dell'utilità illecita conseguita», come prevede la legislazione anticorruzione: il milione, appunto, da sequestrare.
Sono ormai numerosi i procedimenti contabili, figli dell'inchiesta Mose. L'anno scorso proprio la Corte dei conti della Lombardia aveva condannato a risarcire un milione di euro l'ex generale della Guardia di Finanza, Emilio Spaziante. In precedenza la Corte dei conti del Veneto avevano condannato a pesanti risarcimenti l'ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan (5 milioni e 200 mila euro), l'ex assessore regionale Renato Chisso (4.8 milioni di euro), e l'ex presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta (2.4 milioni di euro).
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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