MANOVRE
VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né

Mercoledì 12 Febbraio 2020
MANOVRE
VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né l'uno né l'altra con la tessera del Partito Democratico in tasca. Civico il primo, un po' più avvezza ai partiti la seconda. Innegabilmente entrambi sullacarta perdenti perché a Venezia Luigi Brugnaro ha il vento in poppa e in Regione Luca Zaia resta sempre il governatore più amato d'Italia. Tra l'altro l'uno e l'altra non potranno neanche presentarsi come l'unica alternativa perché l'opposizione - di qua e di là - rischia di frammentarsi. Eppure, se non altro per le 2.500 sardine riunite a Padova in contemporanea alla kermesse con Matteo Salvini, la partita di Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino potrebbe farsi interessante.
CHI SONO
Le candidature di Lorenzoni e di Chiellino circolano sui tavoli della politica - quello di lui ormai da mesi, quello di lei da una manciata di giorni - ma dai rumors tutto lascia presagire che otterranno il via libera.
Lui è noto: docente universitario, leader di Coalizione Civica a Padova dove è il vicesindaco di Sergio Giordani. I detrattori lo definiscono un catto-comunista, vicino al mondo della Chiesa, sensibile ai temi della sostenibilità ambientale. Gli è riconosciuta la capacità di essere riuscito ad aggregare in Coalizione Civica vecchi e giovani. Compirà 54 anni il prossimo settembre.
Lei è una mestrina di adozione, imprenditrice della green economy. Vanta il primato di essere stata la prima laureata in Scienze Ambientali a Ca' Foscari. Cattolica, fa parte del consiglio di amministrazione del Duomo di Mestre. Dall'inizio del 2017 è la delegata veneziana della Fondazione Bellisario, che punta a costruire un paese a misura di donne e di crescita. Da giovanissima è stata consigliera comunale per la Margherita a Conegliano, dove nel 2002 è stata anche candidata sindaco. Ha 50 anni.
Saranno incoronati Arturo e Gabriella? A Venezia, come dice il sociologo ed esponente dei Verdi Gianfranco Bettin, «è un mix tra una corte di Bisanzio e un'assemblea al Petrolchimico dei bei tempi». Tutto può succedere. Senza contare che in laguna ha fatto più vittime il toto-candidati che il coronavirus: esempio illustre il rettore Michele Bugliesi. Il tavolo del centrosinistra veneziano è convocato per oggi. Resta poi da capire - e vale sia per il capoluogo che per la Regione - quanto peserà la forza interna del Pd che spinge per le primarie visto che l'orientamento è di non farle.
IL VERTICE DEI CIVICI
Capitolo regionali, la settimana in corso prevede due appuntamenti: venerdì a Padova la direzione del Pd, sabato a Vicenza l'assemblea del Veneto che vogliamo (Vcv), cioè il ressemblement che ha messo assieme associazioni e movimenti a partire da Coalizione Civica. Ma non per ufficializzare la candidatura di Lorenzoni, com'era parso nei giorni scorsi: «Con l'assemblea di Vicenza - dice Marco Carrai del coordinamento regionale del Vcv - continueremo i gruppi di lavoro e si ufficializzerà l'inizio della campagna elettorale, non la candidatura di Arturo Lorenzoni. Arturo è un soggetto importante per Vcv, ma intendiamo ragionare con le altre forze politiche, in primis con il Pd, con il quale si sta facendo un approfondito ragionamento per individuare la candidatura più idonea a contrastare il centrodestra. Lorenzoni si messo a disposizione di questo progetto, ma da parte nostra non ci sarà nessuna fuga in avanti».
IL TERZO POLO
Mentre a Padova già si parla di rimpasto di giunta per sostituire Lorenzoni a Palazzo Moroni (in pole position l'assessore Francesca Benciolini), i più danno per scontato che calendiani e renziani correranno da soli: avevano messo il veto sui grillini, ora che il M5s nonostante i tentativi del suo ministro Federico D'Incà ha deciso di fare una corsa solitaria nulla osterebbe a far parte della coalizione. Ma Azione e Italia Viva paiono intenzionate a snobbare il Pd. Il ragionamento sarebbe: vincerà comunque Zaia, tanto vale cominciare a farsi conoscere sul territorio.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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